“Alla vita”, trama e recensione

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“Alla vita” – Una volta l’anno durante il periodo estivo gli ebrei ultraortodossi Zelnik di Aix-Le-Bains si recano presso la masseria pugliese di Elio De Angelis (Riccardo Scamarcio) per comprare dei cedri da utilizzare nel corso di una cerimonia. Tutto cominciò anni addietro col rapporto instauratosi tra la comunità e il padre di Elio. Esther Zelnik (Lou de Laâge) non ne può più delle rigide regole che gli vengono imposte ed è in una fase della vita per certi versi simile a quella che sta vivendo Elio, gallerista impegnato per forza di cose nella masseria per via della morte del padre e per questo motivo abbandonato dalla moglie. Entrambi vogliono scappare dalla vita che stanno conducendo, entrambi cercano il loro vero posto nel mondo tra tutte le difficoltà che ciò comporta.

“Alla vita”, recensione

Attore esperto diviso tra teatro, televisione e cinema Stéphane Freiss debutta alla regia con questo film denso di tematiche di un certo rilievo, dal ritmo pacato senza che la tensione ne risenta e dalle atmosfere intimistiche. Da una parte piazza l’ultraortodossia religiosa, dall’altra il rapporto con la terra. Entrambe le cose comportano costrizioni ma insieme i due protagonisti riescono a diventare leggeri e irrazionali al fine di riacciuffare la propria vita.

Molto se non tutto è imperniato proprio su di loro, con un Riccardo Scamarcio estremamente sicuro di sé, in un’interpretazione anche sofferta, asciutta ed efficacemente misurata. Accanto a lui c’è una Lou de Laâge magnetica, un leone in gabbia pronto a scatenarsi nel momento in cui verrà finalmente liberato. La sceneggiatura le consente di prendere talvolta il sopravvento, anche se il percorso catartico dei due è abbastanza simile. Elio si prodiga ad agevolare Esther nel percorso che ha deciso di intraprendere e allo stesso tempo lei lo aiuta a individuare i propri errori, le sbarre che egli stesso si è costruito.

Non è una storia dura e cruda come quella della miniserie Netflix “Unorthodox” (che abbiamo recensito qui) ma la ricorda in diversi frangenti. Freiss ci risparmia il classico happy end a vantaggio di un finale perlopiù aperto, dopo aver affrontato senza scadere nel melodrammatico le inquietudini non banali di Elio ed Esther. L’essenzialità è la parola chiave che accompagna costantemente anche la messa in scena, non sempre con effetti positivi. Resta un messaggio importante che arriva forte e chiaro, avvolto da un’atmosfera affascinante e da splendide location.

“Alla vita” è sbarcato nelle nostre sale a partire dal 16 giugno 2022.

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