Apache è il soprannome di Carlos Tevez, in nome del quartiere Fuerte Apache di Buenos Aires in cui è cresciuto, un barrìo molto complicato e tra i più pericolosi al mondo. Una storia bellissima.
La storia è quella della vita di Carlos Tevez, con flash back sul primo anno di nascita, quello che lo segnerà per la vita, e poi tutto il periodo adolescenziale che lo porta, passando per un mondiale di calcio con la nazionale albiceleste Under-17, all’esordio in prima squadra con il Boca Juniors, la squadra che ama alla follia e a cui tutti i ragazzi del territorio aspirano. E’ visibile su Netflix.
Il Boca Juniors è la squadra in cui Carlos Tevez, oggi 36 anni, è tornato a giocare dopo un carriera strepitosa, in cui ha vinto praticamente tutto quello che c’era da vincere.
Recensione di Apache: La vita di Carlos Tevez
La serie Apache: La vita di Carlos Tevez consta di 8 episodi e tutto gira intorno a due elementi: l’abbandono a 3 mesi di vita della madre naturale Fabiana Martinez e l’affidamento alla sorella Adriana Martinez, e l’habitat violento in cui i ragazzi crescono. Una fotografia naturale, con fuori campo in cui è lo stesso Carlitos Tevez ad introdurre le puntate, rendono il tutto ancora più realistico. Le scenografie rendono bene il livello di povertà del barrìo, mentre il cast regge bene il progetto filmico.
E’ un docufilm che lascia il segno, anche per la semplicità dei dialoghi e soprattutto per le introspettive dei vari personaggi. Segundo Tevez ed Adriana Martinez, i genitori che crescono Carlos Tevez, quelli che lui stesso alla fine ritiene tali, sono due personaggi carichi d’amore, di speranza, di realtà.
La mamma naturale Fabiana, personaggio bizzarro, legata alla droga e all’alcool, fa disperare Carlos quasi sempre, e alla fine anche la produzione di un documento di nascita diventa un problema serio. Carlitos nasce in realtà come Carlos Alberto Martinez, diventa Carlos Alberto Martinez Tevez ed infine Carlos Tevez.
Anche gli altri personaggi, come le gang sono ben costruite, facendo intendere bene la faciloneria con cui è semplice perdere la vita in un barrìo così difficile di Buenos Aires.
Trama di Apache, la serie su Carlitos Tevez
La famiglia di Carlos Tevez è composta anch’essa da elementi poco raccomandabili, che frequentano la strada, ma quello che esce fuori è il valore della vita, della droga che purtroppo in questi quartieri è molto basso. Ed è qui che interviene il valore della famiglia, quella che porta Carlos Tevez ad essere un ragazzo modello, anch’egli scaltro come la strada insegna, ma di grandi valori. Emerge rispetto anche all’amico del cuore, Dario Coronel detto “El Guacho Cabanas” o l’Uruguagio, che era secondo gli addetti ai lavori più forte dello stesso Tevez, per caparbietà e tecnica, ma che senza la famiglia, si perde tra droga e violenza e muore giovanissimo. Mentre Tevez entrava al Boca Juniors, lui entrava ai Liniers, ossia il Vélez Sarsfield, altro grosso e celebre club di calcio argentino. Erano le due stelle della sqaudra in cui sono cresciuti: Carlitos era il puntero, il numero 9, mentre Dario era il leader e trascinatore, era il 10 della “84 de l’All Boys”.