D.N.A. – Decisamente non adatti, trama e recensione

D.N.A. – Decisamente non adatti,Nando – (Lillo, alias Pasquale Petrolo) ed Ezechiele (Greg, alias Claudio Gregori) si conoscono fin da bambini, quando già il primo bullizzava il secondo. Ezechiele è sempre stato il secchione della classe, debole di carattere e alquanto goffo. È diventato un professore universitario di genetica, mentre Nando da adulto delinque con il soprannome di Bulldog insieme alla sua banda di criminali sgangherata (Marco Marzocca, Fabrizio Sabatucci). Quando il capo di Nando, che dirige la catena di fast food Mr. Hambù, lo accusa di non possedere una dialettica appropriata quest’ultimo chiede ad Ezechiele delle lezioni a riguardo. Vessato anche dalla famiglia tra le pareti domestiche il professore coglie così l’occasione per scambiare il suo dna con quello di Nando per fare lo stesso con i rispettivi caratteri.

D.N.A. – Decisamente non adatti – Recensione

Lillo e Greg divertono e si divertono con un film leggero, tra gag elementari generate principalmente da incidenti linguistici e citazioni come quella di Frankenstein Junior con la celebre battuta: “Si può fare!”. Impegnati nelle triplici vesti di attori protagonisti, registi per la prima volta e cosceneggiatori (al loro fianco Edoardo Falcone) non disdegnano un minimo di satira di costume parodiando la musica trap tanto amata dai figli di Ezechiele e la figura del cuoco-divinità che imperversa al giorno d’oggi sui nostri schermi. Proprio Greg si cela dietro le ridanciane rime del trapper Termosifone, mentre Chiara Sani fa platealmente il verso a Valeria Marini interpretando un’opinionista televisiva. Tutti i personaggi mantengono ad ogni modo un alone caricaturale e ben oltre le righe, in una tensione verso l’eccesso che permea tutto il lungometraggio.

Che Lillo e Greg amino giocare con la macchina da presa viene confermato anche dall’apertura con una ripresa da un drone mal manovrato e dalle scene di finto making of con papere annesse piazzate sui titoli di coda. Il loro linguaggio oltrepassa i canoni del grande schermo cinematografico e sfora in quelli di altri media, in uno script non sempre coerente e impeccabile.

Da applausi la triplice interpretazione di Anna Foglietta, che è al tempo stesso la moglie di Ezechiele, il trans frequentato da Nando e anche Elena, libraia di cui Bulldog si innamora salvo poi rovinare tutto con il riemergere della sua scurrilità nel momento in cui l’effetto dello scambio del dna svanisce. L’ovvia morale dell’accettarsi per quelli che si è resta ampiamente in secondo piano in un film ben confezionato (vedi tra l’altro le scenografie di Elisabetta Zanini) che in fondo riesce, soprattutto nella sua seconda metà, a far fare allo spettatore due risate senza troppi pensieri.

L’uscita del 30 aprile nelle sale cinematografiche si è trasferita su piattaforme streaming come Sky Primafila, TimVision, Chili, Infinity e Rakuten Tv, dove “D.N.A. – Decisamente non adatti” è già disponibile alla visione.

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