“Dos”, trama e recensione

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“Dos” – Sara (Marina Gatell) e David (Pablo Derqui) sono due sconosciuti che si risvegliano in un letto in una stanza a loro altrettanto sconosciuta, cuciti ventre contro ventre. Dopo una fase di diffidenza i due, legati come due gemelli siamesi, sperimentano situazioni imbarazzanti e cominciano a collaborare per capirci di più e uscire dall’inquietante situazione.

“Dos” – Recensione

“Dos” è uno di quei film piccoli (la durata arriva a malapena a settanta minuti), semplici, che invogliano alla visione attraverso un plot essenziale ed accattivante. L’idea che sopperisce alla mancanza di un grande budget, che crea situazioni suggestive e favorisce una certa tensione. In questo caso lo sviluppo della stessa, però, lascia alquanto a desiderare e non genera i risultati attesi dopo una tale premessa.

Comprensibilmente c’è tanto nudo ma mai ostentato né fine a sé stesso e più che enfatizzare la componente horror la regista Mar Targarona punta a raccontare il rapporto che nasce tra due sconosciuti così diversi tra loro. Ciò è dimostrato anche, esigenze produttive a parte, dall’abbondanza di primi piani. Scopriamo così Sara costantemente in preda al panico mentre Davd riesce a mantenere maggiormente la calma nel guidarla alla scoperta di un passato che li lega indissolubilmente.

Niente di trascendentale il disvelamento finale, certamente meglio le interpretazioni dei protagonisti Gatell e Derqui. Non viene reso in maniera adeguata il mistero e il significato del numero due, i cui studi e le cui caratteristiche vengono riassunte frettolosamente nell’arco di una scena. Eppure la partenza del film è positiva, va subito al sodo e mette in mostra i chiaroscuri della fotografia ben realizzata da Rafa Lluch, che agevola lo sgomento della scoperta della condizione dei due protagonisti. Si respira una certa originalità e viene creata una certa curiosità, i due attori si calano bene nei rispettivi ruoli riuscendo a tenere viva anche una certa tensione erotica. Il problema come già accennato è lo sviluppo narrativo, una sceneggiatura pur scritta a sei mani che si perde per la strada fino ad un finale piuttosto anonimo, giustificando i pareri contrastanti raccolti dal lungometraggio. La stessa Targarona miscela registri molto diversi tra loro: non sappiamo se l’intento era quello di essere appetibile ad un pubblico trasversale ma di certo il risultato stempera in maniera negativa l’operazione. Quando si tratta di film piccoli, semplici e con un’idea accattivante è sempre un peccato.

Dopo l’uscita nelle sale iberiche “Dos” è disponibile in streaming su Netflix a partire dal 10 dicembre 2021.

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