Enola Holmes (Millie Bobby Brown) è la sorella più piccola di Sherlock, personaggio letterario nato dalla fantasia di Arthur Conan Doyle. Ribelle, allergica allo stile di vita vittoriano, piena di vitalità e con lo stesso fiuto da investigatrice del fratello (Henry Cavill), Enola è stata educata dalla mamma Eudoria (Helena Bonham Carter) in una casa di campagna. Quando Eudoria svanisce nel nulla Enola si trasferisce a Londra per cercarla, contro la volontà di Sherlock e dell’altro suo fratello Mycroft (Sam Calflin). Sul suo cammino incrocerà un giovane Lord (Louis Partridge), fuggito di casa e minacciato di morte da un misterioso uomo in bombetta. Ad accomunare la sua fuga e quella di Eudoria si scoprirà essere l’approvazione della riforma per il suffragio universale.
Enola Holmes, recensione
Ennesima produzione Netflix dedicata ai più o meno giovani, “Enola Holmes” è un film di buon ritmo e vivacità, che aiutano i centoventi minuti di durata a scorrere via in maniera fluida. In un’affascinante ricostruzione dell’epoca vittoriana ritroviamo Henry Cavill in costume dieci anni dopo “I Tudors”. La regia di Harry Bradbeer rispolvera in questa occasione l’overdose di sguardi in macchina di “Fleabag” (che abbiamo recensito qui) ad opera della sedicenne Millie Bobby Brown (Undici in “Stranger Things”), davvero brava a reggere sulle sue spalle il ruolo da protagonista e buona parte del lungometraggio. La sua Enola non conosce nulla del mondo e si tuffa per la prima volta nella modernità di Londra, rivelandosi un personaggio non convenzionale e ricco di sfumature ottimamente rese dalla performance attoriale. Il chiaro messaggio lanciato dal film riguarda la parità dei sessi e la fuga dai ruoli precostituiti imposti dalla società alle donne. Argomenti di attualità a fine Ottocento e nostro malgrado anche oggi.
Il film ha il merito di caratterizzare adeguatamente e in maniera funzionale i personaggi principali, con la marcia in più che affiora qua e là del confronto tra Sherlock ed Enola, dal quale il primo esce ridimensionato. Avvertenza per i fan del celebre investigatore: il procedimento seguito dalla ragazza per risolvere i due casi centrali del film è un qualcosa di diverso rispetto a quanto si è già visto e per questo ci si potrebbe aspettare.
Se “Enola Holmes”, disponibile su Netflix dal 23 settembre 2020, continuerà ad ottenere il buon riscontro di questi primi giorni non è esclusa la creazione di un vero e proprio franchise che sfrutti i sei romanzi di Nancy Springer dedicati al personaggio principale.