Un uomo (Toni Servillo) raduna quattro persone in procinto di suicidarsi: il motivatore Napoleone (Valerio Mastandrea) che non riesce a darsi la stessa carica che dà ai suoi clienti, Arianna (Margherita Buy) che è reduce dalla scomparsa di sua figlia, Daniele (Gabriele Cristini) che è uno youtuber con problemi di peso incapace di accettarsi così com’è ed Emilia (Sara Serraiocco) che faceva la ginnasta ma è ora costretta sulla sedia a rotelle. Tutti loro verranno condotti a vivere una settimana particolare al fine di analizzare in modo completamente differente la loro esistenza.
Il primo giorno della mia vita, recensione
Paolo Genovese torna a due anni da “Supereroi” (che abbiamo recensito qui) e adatta qui il suo romanzo omonimo uscito nel 2018. Rispetto al libro non siamo a New York ma in una Roma che è un po’ un non luogo, un limbo dove regna il degrado e piove quasi sempre. La sceneggiatura firmata da Genovese con Paolo Costella, Rolando Ravello e Isabella Aguilar sembra mancare però di una certa imprevedibilità e della giusta organicità, difettando inoltre in quel calore capace di instaurare maggiore empatia con lo spettatore. Fanno eccezione a questo proposito soltanto la tenerezza del dodicenne Gabriele Cristini e l’intensità di Margherita Buy. In parte questo è probabilmente un effetto voluto, considerati i personaggi tratteggiati alla stessa stregua di zombie senza speranza che non credono più a nulla, osservati dall’alto da un occhio impassibile davanti alle loro sofferenze. Queste anime in pena ci spiegano cosa li ha condotti fino a voler compiere il gesto estremo e visualizzano cosa accadrebbe ai loro cari dopo di esso.
Nel cast manca un vero e proprio protagonista, regna la coralità e anche i personaggi di secondo piano sono interpretati da attori di un certo richiamo come Giorgio Tirabassi, Vittoria Puccini e Lino Guanciale. Tutti avvolti dalla fotografia slavata dominata dal giallo di Fabrizio Lucci urlano il proprio dolore sperando di trasmetterlo così in modo efficace a chi li osserva
C’è qualcosa di “Perfetti sconosciuti” e soprattutto di “The Place” ma con dialoghi più affettati e molto meno autentici. In diversi frangenti avrebbe funzionato molto meglio una parola in meno e una espressione in più, anche se l’intenzione era osservare i quattro protagonisti a debita distanza. In definitiva questioni importanti vengono lanciate sul tavolo e lasciate lì poco approfondite, cosicché una resa tecnica e un impegno produttivo importanti non vengono supportati da un intreccio della stessa qualità.
“Il primo giorno della mia vita” è sbarcato nelle nostre sale a partire dal 26 gennaio 2023.