Il regista Leo Bernardi (Toni Servillo) ha difficoltà nel portare a termine la produzione di un lungometraggio incentrato su Giacomo Casanova (Fabrizio Bentivoglio), atteso alla Mostra di Venezia. A turbarlo una cotta per una giovane contadina (Sara Serraiocco) e il doversi misurare col collega rivale di successo Lorenzo Marino (Marco Bonadei). Sono questi i due motivi principali del blocco creativo che lo infilano in un cul-de-sac di depressione e irritazione e lo avvicinano ancora di più alla complessa personalità protagonista del suo prossimo film.
Il ritorno di Casanova, recensione
A due anni di distanza da “Comedians” il regista premio Oscar per “Mediterraneo” Gabriele Salvatores torna con una pellicola drammatica ispirata dal racconto omonimo di Arthur Schnitzler, inventore del monologo interirore, datato 1918. Diviso tra colore (il film nel film che si sta girando) e bianco e nero (la realtà indolente vissuta da Bernardi), “Il ritorno di Casanova” è un’opera sul tempo che scappa via senza sentire ragioni e su un uomo che si sta perdendo. Ma al tempo stesso parla anche tanto di cinema e di diverse dinamiche che lo governano, mentre gli tributa un sentito omaggio.
Visivamente spicca il contrasto tra i colori vivissimi del girato che vede protagonista uno spavaldo e completamente in parte Fabrizio Bentivoglio e il bianco e nero spesso fuori fuoco. La fotografia di Italo Petriccione, collaboratore storico di Salvatores, è pregevole e centrale in una messa in scena dominata dalla prova ricca di sfumature, di calore, di umanità di Toni Servillo. Il quale ci mette visibilmente tutto sé stesso al pari di Natalino Balasso, che interpreta un montatore deciso ad aiutare e spronare il regista in crisi. Il punto è che per esprimere arte occorre avere entusiasmo e sete di vivere, nonostante la vecchiaia che avanza.
Una durata contenuta e percorsa sempre da un buon ritmo condensa cinema alla portata di tutti e di qualità tra dramma e spruzzi di ironia amara, che guarda sia a Fellini che a Tati e che con Bernardi intende rappresentare ogni essere umano. Tra metafore, simbolismi e cura estetica si piazza una sceneggiatura, quella firmata da Salvatores con Umberto Contariello e Sara Mosetti, con derive non sempre autentiche e spontanee. Eppure si tratta di un lavoro nel suo intimo sentito e sincero, che sa bene dove vuole andare a parare e non cerca scorciatoie né inganni di fronte allo spettatore.
Dopo la presentazione al recente Bari International Film Festival “Il ritorno di Casanova” è sbarcato nelle nostre sale a partire dal 30 marzo 2023.