“Freaks Out”, trama e recensione


“Freaks Out” – Roma, seconda guerra mondiale. Nel circo Mezzapiotta si esibiscono quattro fenomeni da baraccone che mandano in visibilio le folle: un uomo lupo di nome Fulvio (Claudio Santamaria), una ragazza che rilascia scosse elettriche su chiunque la tocchi di nome Matilde (Aurora Giovinazzo), un ragazzo capace di comandare gli insetti di nome Cencio (Pietro Castellitto) e un nano magnetico di nome Mario (Giancarlo Martini). Li ha raccolti e messi insieme Israel (Giorgio Tirabassi), ebreo che gestisce il circo ma che sparisce proprio mentre il gruppo sta per fuggire in America minacciato dai nazisti. Tra i quali troviamo Franz (Franz Rogowski), anch’egli direttore artistico di un circo, che in preda all’etere ha delle visioni premonitorie e per evitare la sconfitta tedesca vuole servirsi dei poteri dei fantastici quattro.

“Freaks Out”, recensione

Una trama che conquista fin da subito, sospesa perfettamente tra fantasia e Storia, tra azione e dramma, che nasce da un soggetto di Nicola Guaglianone e da una sceneggiatura scritta da quest’ultimo proprio con Gabriele Mainetti (compositore anche di musiche avvolgenti). Il regista di “Lo chiamavano Jeeg Robot” dopo sei anni rilancia il suo talento costruendo con grande sapienza un mondo e un universo di quelli che ti entrano subito dentro e ci rimangono. La Sila si rivela location ideale e suggestiva per una favola poetica, con protagonisti dei diversi, dei supereroi atipici ma straordinariamente umani. Mainetti non avrà a sua disposizione gli effetti speciali della Marvel ma con le sue idee riesce a impregnare della nostra cultura un genere che negli ultimi anni l’ha fatta da padrone a livello globale.

Sedici nomination per i David di Donatello, proprio come “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino (che abbiamo recensito qui) e proprio come accadde nel 2016 per “Lo chiamavano Jeeg Robot”. Anche se emerge un po’ di più la bravissima Aurora Giovinazzo siamo davanti ad un’opera corale, che fa pesare tutti i suoi 13 milioni di euro di budget ben spesi. Claudio Santamaria riesce a farsi riconoscere sotto il pelo fin dal primo fotogramma mentre non è da meno l’antagonista Franz Rogowski, un grande dittatore chapliniano riveduto e corretto in maniera brillante.

Una ventata di aria fresca e di meraviglia per il cinema italiano, pur se con la contraddizione di un incasso ai botteghini che si è fermato a soli 2,6 milioni di euro. Certo, c’era il Covid, ma restano le perplessità per l’accoglienza di un film che ha raccolto tra l’altro un grande consenso internazionale. E che ci ricorda che la settima arte è ancora viva anche dalle nostre parti.

Dopo l’uscita nelle sale dello scorso ottobre “Freaks Out” è ora disponibile sulla piattaforma NOW e su Sky.

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