Georgetown, trama e recensione


Georgetown – Partito dalla Germania Ulrich Gero Mott (Christoph Waltz) riesce a farsi strada negli Stati Uniti d’America cominciando da un dottorato in età avanzata fino ad arrivare a sposare la ricca giornalista novantunenne Elsa Brecht (Vanessa Redgrave), di una quarantina d’anni più anziana. Successivamente si afferma nel campo della diplomazia di Washington, eppure non va proprio a genio ad Amanda (Annette Bening), figlia di Elsa. Dopo una delle tante feste date dai due coniugi nella loro casa di Georgetown Ulrich esce per una passeggiata e sua moglie viene ritrovata cadavere. La polizia arresta l’uomo che deve difendersi dall’accusa di omicidio.

Georgetown, recensione

Impossibile non ricordare la prova superba di Christoph Waltz nei panni del colonnello Hans Landa in “Bastardi senza gloria” di Quentin Tarantino. In questo film l’attore austriaco si piazza davanti e dietro la macchina da presa (prima volta in assoluto se si esclude il film per la televisione “Wenn man sich traut” del 2000), dirigendo un giallo drammatico raffinato come le location scelte e le musiche di Loren Balfe. Basato sull’articolo “The worst marriage in Georgetown”, comparso sul The New York Times Magazine a firma di Franklin Foer, il lungometraggio trova le sue fondamenta nell’omicidio di Viola Herms Drath.

Waltz comincia a giocare con la verità fin dal prologo, in “una storia non necessariamente reale ma basata su echi reali”. La sua regia si riserva pochissimi piani stretti e struttura il film in maniera lineare, con un’estetica gradevole e un po’ rétro; l’impianto teatrale tradisce le sue origini e il suo amore per il palcoscenico. Mott è un astuto arrampicatore sociale capace di elaborati raggiri, magnetico e ruffiano. Sfrutta l’influente consorte e una sorta di schema Ponzi per accostarsi a nomi illustri. Probabilmente sarebbe stato assai complicato per lui farsi strada in maniera diversa in terra americana. Il nome Ulrich Gero Mott altera quello di Albrect Gero Muth, reale omicida di sua moglie condannato a cinquant’anni di galera. Elsa, per quanto molto anziana, ha una sua forte personalità brillantemente tirata fuori dalla Redgrave. Assistiamo ad alcuni duetti di ottima fattura ma spesso e volentieri Waltz catalizza completamente l’opera.

Il film si divide in sei capitoli che balzano avanti e indietro nel tempo e ci dice più di qualcosa sull’apparenza e sul funzionamento della società a stelle e strisce. Dopo una fase centrale verbosa e incerta come la psicologia del protagonista in qualche modo si riesce ad accompagnare lo spettatore al finale desideroso di sapere come è avvenuto davvero l’omicidio.

“Georgetown” è disponibile in streaming on demand dal 19 maggio 2020 grazie a Vision Distribution su Sky Primafila, Apple Tv, Chili, Infinity e TIMVision.

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