Gli anni più belli, trama e recensione

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Il nuovo film di Muccino cerca di omaggiare Scola, ma difetta per buona parte in freschezza ed incisività, con il solito Pierfrancesco Favino sugli scudi.

Gli anni più belli – Trama

Nella Roma dei primi anni Ottanta Giulio (Francesco Centorame/Pierfrancesco Favino) e Paolo (Andrea Pittorino/Kim Rossi Stuart) salvano la vita a Riccardo (Matteo De Buono/Claudio Santamaria), che si è beccato una pallottola all’addome durante una protesta studentesca. I tre diventano grandi amici con l’aggiunta di Gemma (Alma Noce/Micaela Ramazzotti), che inizia una relazione con Paolo. Ognuno segnato a suo modo da un vissuto travagliato attraverseranno nel film circa quarant’anni di vita allontanandosi e riavvicinandosi per brindare ogni volta a ciò che li fa stare bene.

Gli anni più belli

 

Recensione

Muccino racconta in questo arco temporale la vita dei quattro ragazzi e al tempo stesso in maniera sommaria  i trascorsi dell’Italia e non solo: dalle manifestazioni studentesche alla caduta del muro di Berlino, dall’inchiesta di “Mani pulite” alla discesa in campo di Silvio Berlusconi fino alla nascita del Movimento 5 Stelle rinominato in “Movimento del cambiamento”. E trova spazio anche per il crollo delle torri gemelle.

Anche la colonna sonora viaggia nel tempo con Claudio Baglioni (“E tu come stai?”, “Mille giorni di te e di me” e l’inedita “Gli anni più belli” sui titoli di coda), Edoardo Bennato, Ornella Vanoni e il Richard Sanderson di “Reality”, che immancabilmente accompagna i balli lenti dei ragazzi.

Molto presenti anche le musiche di Nicola Piovani, a sottolineare emotivamente la narrazione. Che spesso i protagonisti spezzano guardando in macchina rivolgendosi direttamente al pubblico in un’operazione nostalgia che a tratti ricorda il recente “Notti magiche” di Paolo Virzì.

Più di un dialogo appare intriso nella retorica nella prima metà del film, con i personaggi chiusi in stereotipi troppo telefonati. Notevolmente superficiale la caratterizzazione di quello di Gemma, che in maniera improbabile ama, tradisce e ama di nuovo Paolo passando anche per Giulio e non solo.

Il buon colpo di coda riguarda invece il confronto dei tre amici che si ritrovano dopo diverso tempo seduti al tavolo di un ristorante, venendo fuori con le proprie individualità di cinquantenni delusi dalla propria generazione.

Gli anni più belli

L’esordio di Emma Marrone nel mondo del cinema

Diversi personaggi urlano tanto in un classico melodramma mucciniano e l’esordiente attrice Emma Marrone, che interpreta Anna, la moglie di Riccardo, lo fa con risultati peggiori degli altri.

Una spanna abbondante sopra gli altri Favino, capace di emozionare anche soltanto con gli occhi e nettamente più misurato e naturale nel calarsi nel suo ruolo. Considerato che il modello era “C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola, del quale Muccino ha acquistato i diritti per citarlo direttamente, gli esiti non sembrano essere quelli sperati. Detto questo nelle sue cinquecento sale “Gli anni più belli” raggiungerà comunque senz’altro la sua buona dose di riscontro del pubblico, attratto dal cast e da un lungometraggio comunque capace di far immedesimare tanti spettatori. Gran lavoro nel ricostruire le scenografie d’epoca da parte di Tonino Zera e nel montaggio ad opera di Claudio Di Mauro: vedi scena di Gemma che sale le scale assumendo man mano le sembianze delle diverse epoche per correre da Paolo e cambiare un passato ormai non più modificabile.

(Foto dalla pagina Facebook del film Gli anni più belli)

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