I miserabili – La Francia ha appena vinto i mondiali di calcio del 2018 quando l’agente Ruiz (Damien Bonnard) si trasferisce fuori Parigi, precisamente a Montfermeil, per avvicinarsi al figlio tenuto in custodia dalla madre. Le sue prime ventiquattro ore accanto ai colleghi Chris (Alexis Manenti) e Gwada (Djibril Zonga) lo catapultano in una realtà estremamente conflittuale dentro interi quartieri in balìa di criminali e abitati da povera gente. La scintilla che scatena l’ennesima guerra è rappresentata dal furto di un leoncino da un circo di zingari.
Ruiz nomina in una scena le tre settimane di rivolta giovanile contro la polizia nelle banlieue parigina datate 2005, che coinvolsero anche Montfermeil. Vorrebbe essere educato ed educatamente far capire ad un influente componente della comunità islamica del luogo (ma di religione islamica sono anche Gwada e quasi tutti gli altri personaggi del film) che è bene che quegli eventi non si ripetano. È mosso da un’ingenuità e da un candore che presto sarà costretto ad abbandonare.
I miserabili – Recensione
“I miserabili” nasce da un cortometraggio del 2017 firmato dal regista Ladj Ly, che in questa occasione è anche cosceneggatore e colpisce nel segno con il suo stile asciutto e diretto. L’opera ha vinto il Premio della giuria al Festival di Cannes 2019 ed è stata in nomination agli Oscar 2020 come miglior film internazionale. Adottando un taglio tra il documentario e il reportage, dominato da tanta macchina a mano e continui aggiustamenti di zoom, ci accompagna per mano ancora più immersivamente in un viaggio nei palazzoni dei miserabili di Parigi, dei quali viene restituito egregiamente il senso claustrofobico.
Il film tiene sempre ben alta la tensione e lo spettatore incollato al divano fino al crescendo finale. Scopriremo che non ci sono vincitori né vinti, buoni né cattivi, né tra i disagiati e né tra i difensori della legge. Tutti sono contro tutti e violano in qualche modo la regole. Ly, di origine maliane, viene proprio da queste strade nelle quali Hugo ambienta determinati avvenimenti del suo romanzo più celebre.
L’intreccio poliziesco è solo un pretesto, una chiave per entrare in un tessuto sociale complicato e rendere la storia ancora più avvincente. Esemplare la capacità di assegnare all’utilizzo del drone sia una funzione narrativa che una estetica. Issa, il ragazzino colpevole del furto del cucciolo di leone si incattivisce, quasi si trasforma dopo il ferimento causato da una pistola flashball. Ma, come suggerisce l’elegante citazione di Hugo, “Non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori”. A suggellare quest’ottimo film troviamo l’ennesima scelta vincente di Ly di sospendere il finale, troncarlo sul nero perché in fondo conta soltanto questa riflessione e l’interruzione brusca della visione colpisce ancora più a fondo lo stomaco dello spettatore.
“I miserabili” è disponibile dal 18 maggio 2020 sulla nuova piattaforma streaming Miocinema, che sostiene le sale e promuove il cinema d’autore. Si tratta di un progetto molto interessante ideato dalla società di produzione e distribuzione Lucky Red. Acquistando la visione del film è possibile indicare la propria città e la propria sala cinematografica di riferimento (che deve aver aderito a Miocinema), la quale incasserà così il 40% della somma pagata.