“Il signore delle formiche” – Nella provincia piacentina dei primi anni sessanta Aldo Braibanti (Luigi Lo Cascio) tiene un laboratorio artistico frequentato da numerosi ragazzi, incluso Riccardo (Davide Vecchi) che tanto lo ammira pur ricevendo un rimprovero dopo l’altro. Quando suo fratello Ettore (Leonardo Maltese) consegna ad Aldo una formica che alimenta la sua collezione tra i due nascerà un amore dall’epilogo tormentato: Braibanti finirà in galera e nemmeno il suo lavoro sarà più come prima. L’unico a sostenere Braibanti e la sua lotta per la verità è il giornalista de “L’Unità” Ennio (Elio Germano).
“Il signore delle formiche”, recensione
A due anni da “Hammamet”, film sugli ultimi mesi di vita di Craxi interpretato da Pierfrancesco Favino (che abbiamo recensito qui), Gianni Amelio ritorna sceneggiando il caso Braibanti con Edoardo Petti e Federico Fava. Lo scrittore e sceneggiatore piacentino fu condannato nel 1968 a nove anni, che finirono per essere due scontati effettivi in carcere, per plagio ai danni di un ragazzo maggiorenne per via della loro relazione. Una sentenza che è rimasta un unicum in Italia (il reato di plagio fu poi abrogato nel 1981), dalla quale questa pellicola fa partire un’invettiva contro l’omofobia che serpeggia oggi come allora, unica vera “colpa” di Braibanti in un paese schierato in gran parte contro l’omosessualità. Ettore è in realtà Giovanni Sanfratello, che di certo non se la passò meglio anche per via della sua famiglia tra manicomi ed elettroshock ripetuti.
La personalità complessa di Braibanti viene resa in tante sfaccettature da Amelio, che lo dipinge come un insegnante pieno di sé e sempre pronto a instillare interrogativi nella mente dei suoi studenti. Dall’incontro con Ettore in flashback si passa poi al processo del 1965 durato quattro anni ed certamente questa la parte del film che, tra testimonianze e deposizioni, scorre via meglio all’interno delle oltre due ore di durata. È qui che viene immortalata e criticata più efficacemente l’ottusità della provincia italiana alle porte dell’autunno caldo del 1969.
Impressionanti le prove di Luigi Lo Cascio, Elio Germano e dell’esordiente Leonardo Maltese, tutte misurate e di grande effetto. La compostezza dei duetti tra i primi due trasuda autenticità ed emozione, in una storia tristemente ancora troppo attuale che valeva la pena tramandare alle nuove generazioni. Le quali, però, difficilmente ne reggeranno il ritmo compassato e l’andamento classicheggiante.
Dopo la presentazione in anteprima all’ultimo Festival di Venezia, dove ha conquistato il Premio Brian, “Il signore delle formiche” è sbarcato nelle sale italiane a partire dall’8 settembre 2022.