<strong>“La stranezza” – Nel 1920 Luigi Pirandello (Toni Servillo) fa ritorno nella sua Agrigento e la morte della sua balia Maria Stella (Aurora Quattrocchi) propizia la conoscenza con la coppia di becchini Nofrio e Bastiano (Ficarra e Picone). I quali si dilettano nel tempo libero recitando a teatro principalmente commedie, anche se stanno provando un testo un po’ diverso come “La trincea del rimorso, ovvero Cicciareddu e Pietruzzu”. Pirandello sblocca l’impasse nella creazione di una sua nuova opera osservando i due sul palco, che lo aiuteranno inconsciamente a partorire il suo capolavoro “Sei personaggi in cerca d’autore”.
“La stranezza”, recensione
Era un po’ di tempo che un film italiano non partiva con un simile slancio al botteghino, soprattutto mettendo la freccia e sorpassando un blockbuster di supereroi come “Black Adam” (che abbiamo recensito qui). Pronti via e l’opera di Roberto Andò, girata in terra siciliana con protagonisti Toni Servilo e il duo comico Ficarra e Picone, supera in scioltezza il milione di euro con un sincero omaggio al teatro che si fonde con la vita e gioca con i ricordi e i richiami anche al cinema. Con sempre sullo sfondo il tema della morte e del suo superamento, anche attraverso le maschere che la società ci costringe ad indossare ogni giorno.
Toni Servillo è ancora una volta interprete raffinato, questa volta della “stranezza” inquieta che alimentava un genio come Pirandello reso qui come discreto, quasi con una certa voglia di nascondersi. Da apprezzare proprio la raffigurazione di una personalità complessa come quella del grande drammaturgo siciliano, illuminante e tormentata allo stesso tempo. Di registro completamente opposto gli altrettanto efficaci Ficarra e Picone, che interpretano personaggi completamente sopra le righe, che vivono un teatro perenne in totale leggerezza. Ad arricchire il prodotto finale troviamo attorno a loro figure di contorno di tutto rispetto come Luigi Lo Cascio, Renato Carpentieri e Donatella Finocchiaro.
Uno spaccato antico eppure così moderno perché incentrato su un autore che era tanto avanti e proprio per questo all’epoca perlopiù incompreso. Il tutto cucito dalla regia di Andò, capace di mettere insieme tanti elementi eterogenei sempre con misura e credibilità, in un’affascinante atmosfera quasi sospesa. E di restituire così in una certa misura la giusta dignità e il giusto valore all’arte, che in quanto narratrice della profonda natura umana non può che interessarci tutti.
Dopo l’anteprima all’ultima Festa del Cinema di Roma “La stranezza” è sbarcata nelle nostre sale a partire dal 27 ottobre 2022.