“L’ombra del giorno” – Siamo ad Ascoli Piceno nel 1938: Luciano (Riccardo Scamarcio) ha fatto la prima guerra mondiale e gestisce un ristorante in pieno centro. Il conflitto gli ha lasciato in eredità una zoppia, un certo istinto killer e probabilmente ha agevolato una spiccata simpatia per il fascismo. Quando incontra la giovane Anna (Benedetta Porcaroli) la prende a lavorare come cameriera, anche se è evidente che la sua cultura e la sua spigliatezza la vedrebbero tagliata per altro. Tra i due nasce l’amore ma ben presto verrà fuori un segreto che costringerà Anna ad andar via.
“L’ombra del giorno”, recensione
Girato ad Ascoli Piceno in piena zona rossa e in piena pandemia e diretto dall’ascolano Giuseppe Piccioni, “L’ombra del giorno” non nasconde l’amore per le radici. Tanto per dirne una il ristorante del protagonista è ricostruito nello storico Caffè Meletti.
La storia ci mostra le sue ombre poco a poco. Quando Anna piomba nell’esistenza di Luciano lo fa in qualche maniera uscire dal suo guscio, rimettendo tutto in discussione. Gli fa porre interrogativi che probabilmente mai si sarebbe posto, lo pone di fronte a bivi che mai avrebbe imboccato. Guardando grandi e piccini sfilare dalla finestra del suo ristorante crede inizialmente che sia tutto cosa buona. Scamarcio, che figura anche in veste di produttore con la sua Lebowski, interpreta un ruolo abbastanza atipico per lui. Luciano è un personaggio sobrio, razionale, compassato e con un evidente problema fisico. E viene reso in maniera convincente al pari di Anna, con una Benedetta Porcaroli che non si risparmia eppure è capace di mantenere sempre una certa misura. Intorno a loro un cast che non demerita, del quale val la pena citare Vincenzo Nemolato e Lino Musella.
Misura che è una parola chiave anche per il lavoro rigoroso e mai melodrammatico svolto da Piccioni, che firma assieme alla vecchia conoscenza Gualtiero Rosella e ad Annick Emdin una sceneggiatura con molti dialoghi interessanti. La fotografia di Michele D’Attanasio parte da colori vivi per poi incupirsi con il disvelarsi delle reali dinamiche del fascismo. Ne viene fuori un buon lungometraggio d’autore, che racconta e rimugina pagine di storia tragica in maniera sentita, chiaramente ispirato a più riprese da “Casablanca”. Un ruolo importante si ritagliano anche le musiche di Michele Braga, in un gradevole mix di tradizione e innovazione. Dedica speciale per il compianto Antonio Salines, qui nei panni del professore e venuto a mancare lo scorso giugno
“L’ombra del giorno” è sbarcato nelle sale italiane a partire dal 24 febbraio 2022.