L’uomo invisibile, trama e recensione


L’uomo invisibile – Uscito a febbraio negli Stati Uniti e con la data di lancio italiana del 5 marzo annullata per via del Coronavirus, il thriller horror fantascientifico con una strepitosa Elisabeth Moss è ora disponibile on demand in rete.

L’uomo invisibile, trama

Cecilia (Elisabeth Moss) decide di lasciare il suo facoltoso compagno Adrian Griffin (Oliver Jackson-Cohen) nel cuore della notte e lui non la prende certamente bene. Il timore della donna è quello di ritrovarsi presto faccia a faccia col suo ex, che però viene dato dai giornali per morto suicida. È a questo punto che comincia ad accadere qualcosa di strano nella vita di Cecilia che non ha dubbi: Adrian è tornato e continuerà a perseguitarla. Ad aiutare e ospitare la protagonista ci sono James (Aldis Hodge) e sua figlia Sydney (Storm Reid).

Recensione

Vista l’emergenza legata al Coronavirus che continua a tenere forzatamente i cinema chiusi la Universal Pictures ha reso disponibile il noleggio in rete de “L’uomo invisibile” così come di “The Hunt” (che abbiamo recensito qui) e di “Emma”. Jason Blum con la sua Blumhouse fa saltare ancora una volta il banco producendo questo horror-triller-fantascientifico con soli 7 milioni di dollari e incassandone oltre 120.

In questo nuovo riadattamento cinematografico del romanzo di H.G. Weels del 1881 la donna perseguitata è l’assoluta protagonista e assistiamo a tutta la vicenda dal suo punto di vista. Il regista e sceneggiatore Leigh Whannell (ideatore e interprete del franchise “Saw – L’enigmista”) alterna nell’arco delle due ore di durata momenti in sordina, dilatati, che accrescono la suspense e momenti di azione, colpi di scena e brivido consistenti, supportato dalle ottime musiche di Benjamin Wallfisch.

Una storia come abbiamo visto datata ma resa quanto mai attuale per quanto riesce a inglobare tematiche come lo stalking, la violenza sulle donne e la violazione della privacy. L’inedita scelta di raccontarla per la prima volta da un punto di vista che non è quello dell’uomo invisibile risulta assolutamente vincente. Così come lo spiegare e illustrare visivamente l’invisibilità di Adrian Griffin attraverso una tuta high tech composta da tante microcamere. Il risultato delle scene d’azione è a questo proposito godibilissimo e innovativo.

Ma sopra tutto e tutti c’è la Moss, che ci regala un’interpretazione notevole e si conferma ancora una volta in un ruolo di donna molestata ma mai doma. La sua Cecilia incassa, si dispera, sembra cedere ma poi reagisce con forza e decisione e l’interpretazione seppur intensa non va mai oltre le righe, risultando sempre autentica e toccante. Quasi tutto il film è lei, poggia sulle sue spalle larghe, effetti speciali a parte. Probabilmente era un titolo che sarebbe stato interessante gustare in sala ma tant’è: mettetevi comodi sul divano di casa, spegnete le luci e non resterete certamente delusi.

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