“Mio fratello, mia sorella”, trama e recensione


“Mio fratello, mia sorella” – Durante il funerale di suo padre, professore di fisica, Tesla (Claudia Pandolfi) rivede suo fratello Nikola (Alessandro Preziosi) dopo vent’anni. Lei dopo l’abbandono di suo marito vive con sua figlia Carolina (Ludovica Martino) e suo figlio Sebastiano (Francesco Cavallo), affetto da schizofrenia, in una casa che all’apertura del testamento si scopre appartenere per metà anche a Nikola. A questo punto i due fratelli potranno o venderla e dividersi il ricavato o trascorrere un anno di convivenza per poi prendere una decisione. Propenderanno per la seconda opzione, con Carolina che andrà via di casa e Nikola che legherà con Sebastiano tra un litigio con Tesla e un altro. Eppure sarà un’occasione di crescita e redenzione per tutta la famiglia, perché l’importante a volte è soltanto fermarsi, respirare e perdonare.

“Mio fratello, mia sorella”, recensione

Partiamo dal cast e dai caratteri che abitano la messa in scena: Preziosi incarna il classico belloccio scapestrato mentre la Pandolfi viene relegata ad una femminilità trasandata. I nomi dei loro personaggi insieme compongono quello del grande fisico e inventore croato e richiamano un legame nonostante tutto indissolubile, perché come dice Sebastiano nel finale ciò che sente un fratello lo sente anche l’altro. Tesla si è completamente annullata nel prendersi cura di quest’ultimo e in più vive continuamente nell’ansia. Comprensibile a questo punto che Carolina non la chiami mai mamma e non riesca ad ottenere alcun appoggio nell’inseguire i suoi sogni. E poi c’è Giulio Tesla, che non vediamo ma la cui presenza è ancora ingombrante e condizionante, grazie alle missive che ha lasciato ai suoi cari.

Sembra un racconto familiare come tanti, senza particolari sussulti seppur con una sua autenticità, poi Capucci ci regala però la cosa migliore con un finale concertato molto bene. Un monologo a effetto, una svolta inattesa (l’apparenza inganna in diversi frangenti di quest’opera) e un colpo di coda catartico alquanto suggestivo. Gli attori sono guidati in maniera adeguata, riuscendo quasi sempre a non cadere nell’eccesso melodrammatico. In particolare spicca Francesco Cavallo: il suo Sebastiano parla con un alieno ed è convinto di essere incaricato della missione di portare la musica su Marte, suonando lui il violoncello. Lo zio Nik gli gioverà rompendo un po’ gli schemi in cui è ingabbiato. Tutta la famiglia protagonista riesce in sintesi a farsi adottare dallo spettatore in questa storia di conflitti, di un passato col quale fare i conti, di frustrazioni represse fino ad esplodere e, infine, di rassicuranti riconciliazioni.

“Mio fratello, mia sorella” è disponibile in streaming su Netflix a partire dall’8 ottobre 2021.

 

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