Nessuno sa che io sono qui, trama e recensione

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Nessuno sa che io sono qui – Memo vive da solo con suo zio in una fattoria sperduta del Cile, prendendosi cura delle pecore. Il suo talento di cantante poteva regalargli una carriera di prestigio, ma le cose sono andate diversamente. Tutto sembra poter cambiare quando conosce Marta (Millaray Lobos), la quale pubblica in rete un video in cui il ragazzo canta un vecchio successo. Risultato: un milione di visualizzazioni e la vita di Memo che potrebbe finalmente cambiare.

Nessuno sa che io sono qui, recensione

Nel mondo della musica, e non solo in quello, il talento non basta e spesso conta molto anche l’apparenza. Memo si vede scippare via un sogno, calpestare in quanto essere umano e si chiude in sé stesso isolandosi da tutto e tutti. Inizialmente il film ci illude sul suo tenore di vita: in realtà il ragazzo entra furtivamente nelle case degli altri, si immerge nell’idromassaggio o comunque gode del lusso altrui abbandonandosi ai propri sogni prima di fare ritorno alla fattoria. Il titolo “Nessuno sa che io sono qui” risulta alquanto emblematico una volta scoperti i trascorsi musicali di Memo, che non sveleremo per non rovinare la sorpresa allo spettatore.

I novanta minuti di durata sono dominati dai silenzi del protagonista, che ci permettono comunque di osservare e comprendere le sue ferite. Ritrovandosi da solo Memo può essere sé stesso, ballare, cucirsi i vestiti che vuole, mettersi lo smalto e così via. Fino a quando decide occasionalmente di parlare con il mondo, perlopiù cantando. Il regista e sceneggiatore Gaspar Antillo, non a caso vincitore del premio come miglior esordiente al recente Tribeca Film Festival, è capace di costruire immagini potenti come quella in cui il ragazzo vomita glitter. E piazza qua e là quella luce rossa che rappresenta un percorso bruscamente interrotto, ciò che poteva essere e non è stato ma che rimane nei sogni in quanto non si può cambiare la vera essenza di una persona. Non è facile rinascere e trovarsi un posto nel mondo quando il passato ci ha fatto del male, ma si può cominciare dal rivelare la verità per sentirsi più liberi di essere sé stessi e continuare a sognare.

Tanti silenzi dicevamo, ma al tempo stesso tante emozioni rese brillantemente dal bravo Jorge Garcia, ricordato dai più nei panni di Hugo Hurley Reyes nella celebre serie “Lost”. Antillo è bravissimo nel dosare e distribuire man mano le informazioni sulla storia di Memo e di chi gli sta intorno. In un’opera prima intima, che ha il coraggio di prendersi i tempi di cui ha bisogno e riesce a porre validi interrogativi sul sistema dei media e dello show business.

“Nessuno sa che io sono qui” è disponibile su Netflix dal 24 giugno 2020.

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