Domani sera andrà in onda l’ultima puntata della serie tv “Il Commissario Ricciardi” ispirata ai racconti di Maurizio de Giovanni. Lo share e gli indici di ascolto hanno confermato il grande valore della fiction Rai diretta da Alessandro D’Alatri. Un cast di rilievo che dà l’idea di una compagnia teatrale e una Napoli anni ’30 raccontata con cura ed eleganza hanno totalmente conquistato i telespettatori.
Nel cast anche la straordinaria Nunzia Schiano che, nella fiction interpreta Rosa Vaglio, la governante/tata del Commissario Ricciardi (Lino Guanciale) con la quale abbiamo avuto il piacere di perderci in un’interessante ed amabile chiacchierata.
Nunzia Schiano: “Mi sono avvicinata con grande rispetto al personaggio di Rosa”
– Come è stato lavorare in questo progetto?
E’ stato molto soddisfacente per tanti motivi. Innanzitutto perchè Alessandro D’Alatri, setacciando tutti i teatri di Napoli, ha messo insieme un cast di rilievo. Poi, perchè, da buon capitano, ha dato ampio spazio a tutti, nel senso che è stato capace di far diventare protagonisti anche chi di fatto protagonista non era. Ognuno di noi si è sentito parte del progetto e non solo un contorno.
Oltre al cast anche tutte le maestranze sono state scelte con molta cura, dal direttore della fotografia ai costumisti. Tanti professionisti messi insieme non potevano che dar luogo ad un prodotto di grande qualità come lo è stato “Il Commissario Ricciardi”.
Per alcuni versi la serie poteva considerarsi un prodotto non di facile fruizione e, invece il pubblico ha apprezzato e premiato il lavoro; per tutti noi, questa ha rappresentato una doppia soddisfazione.
– Rosa Vaglio è una donna che ha sacrificato tutta la sua vita per “il signorino suo”, una donna con un forte senso del dovere, estremamente generosa. Una donna d’altri tempi?
Rosa rappresenta la concretezza. Non ha studiato, però è una donna intelligente, dotata di intuito, tanto da essere il nucleo di una famiglia importante.
A quei tempi era anche naturale pensare che qualcuno potesse dedicare tutta la sua esistenza a qualcun altro. Rosa si è privata di tutto, della sua vita, dei suoi affetti. Ha fatto una promessa alla mamma del “signorino suo” e l’ha mantenuta. Lo ha curato meglio di un figlio e il suo cruccio è quello che non potrà farlo ancora per molto tempo.
Mi sono avvicinata con grande rispetto al personaggio di Rosa. Nel mondo femminile ci sono ancora molte preclusioni, ma certo siamo donne diverse da quelle di un tempo. Il rischio era quello che Rosa potesse essere preda di giudizi. Ho voluto averne cura e rispetto e mi sono totalmente immersa nella solitudine delle sue giornate.
– Rosa Vaglio trascorre le sue giornate a cucinare. Il rapporto di Nunzia Schiano con la cucina?
Sul set, lo confesso, ho avuto difficoltà ad utilizzare i ferretti, quelli per fare la pasta che usa Rosa. In cucina non sono certo una chef, ma cucino alternando momenti in cui dimostro maggiore estro e momenti in cui lo faccio unicamente per routine. La cosa curiosa è che quando una cosa mi riesce particolarmene bene e mio marito mi chiede come l’ho preparata, io non me lo ricordo (ride).
“Vecchia cara Rosa, che ci sei sempre stata, con la tua cucina pesantissima, con il tuo odore di lavanda. Vecchia cara Rosa, che sei il calore, che sei il pane fresco e le coperte di lana…” (Maurizio de Giovanni)
“La scrittura di Maurizio de Giovanni ci ha portato per mano”
– Dove c’è Maurizio de Giovanni, c’è consenso da parte del pubblico – lettori e telespettatori. Qual è a Suo avviso il segreto di de Giovanni?
La scrittura di Maurizio de Giovanni è corposa e, ai fini della produzione, è una scrittura che ci ha portato per mano. Certo, noi abbiamo messo in scena i suoi racconti, ma alla base c’è la bellezza dello stile narrativo di de Giovanni, un autore che amo molto come del resto anche Camilleri.
– E’ prevista una seconda stagione de “Il Commissario Ricciardi”?
Al momento non ne ho notizia, ma dato il successo non escluderei la possibilità di una seconda stagione.
– Cosa “bolle in pentola”? Dove la rivedremo? Ci può anticipare qualcosa dei suoi progetti futuri?
Tra qualche giorno sempre su Rai 1 verrà trasmessa la storia di Nada raccontata nel film tv di Costanza Quatriglio “La bambina che non voleva cantare” con Carolina Crescentini e Tecla Insolia. Io sarò Nonna Mora, la nonna di Nada. Anche questo è stato un gran bel lavoro in cui mi sono dovuta cimentare con il dialetto livornese.
– Uno sguardo al teatro. Pensa che sarà possibile un ritorno alla normalità o sarà necessario “riadattarsi” in qualche maniera, trovare nuovi format, affinché il teatro sopravviva?
Di fronte ad una crisi così grande che non sembra avere una via di uscita, il cinema si è riadattato con le produzioni televisive. Per il teatro il rilancio è più faticoso; le associazioni chiedono di poter riaccendere anche un solo momento le luci dei teatri in Italia. Mi auguro che i vaccini possano aiutarci a riprendere una vita che in tante cose ci è stata “strappata”.
“Il mio sogno è quelli di poter sognare sempre”
– Cosa sogna Nunzia Schiano? Un ruolo non ancora interpretato? La realizzazione di un progetto lasciato chiuso in un cassetto? O cosa?
Il mio sogno è quello di poter sognare sempre. Il fatto di avere un sogno, un progetto, mi tiene viva. Non importa se il sogno si realizzerà o meno, l’importante è sognare. Nel nostro mestiere guai a non essere dei sognatori. Un po’ come quelli che costruiscono i castelli di sabbia; sanno benissimo che non resisteranno alle intemperie, eppure li costruiscono lo stesso e lo fanno nel migliore dei modi. E quando il castello cade, loro hanno già in mente di rifarne un altro ancora più bello.
(Foto in copertina di Annalisa Carbone)