“QT8 – Quentin Tarantino The First Eight”, trama e recensione


QT8 – Quentin Tarantino The First Eight – Si può discutere e si discute tantissimo su un regista controverso come Quentin Tarantino ma sono due le cose che non possono essere messe in discussione: il suo talento e la sua peculiare cifra stilistica, che connota un cinema riconoscibile e che ha fatto scuola. Parte da questo assunto il documentario “QT8 – Quentin Tarantino The First Eight”, disponibile in streaming sulla piattaforma MioCinema  partire dal 26 febbraio 2021.

QT8 – Quentin Tarantino The First Eight, recensione

Un’opera in crescendo, accompagnata da inserti animati ben realizzati, da riprese esclusive dai set e dagli aneddoti e dalle testimonianze di attori che hanno lavorato con lui come Samuel L Jackson, Tim Roth, Jamie Foxx, Eli Roth ma soprattutto Michael Madsen, che ci regala i racconti e le riflessioni più profonde e interessanti. Non viene eluso nemmeno il rapporto con Harvey Weinstein, dal quale Quentin prende le distanze come evidentemente non poteva evitare di fare.

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La regista Tara Wood parte dagli esordi tarantiniani come autore di sceneggiature di successo (“Una vita al massimo”, “Natural Born Killers”, “Dal tramonto all’alba”) per poi arrivare al sangue appiccicoso dispensato in abbondanza sugli attori di “Le iene”, premiato a Cannes e realizzato con abiti spaiati e budget ridotto all’osso. Subito dopo è la volta del premio Oscar per la sceneggiatura di “Pulp Fiction”. Una struttura a capitoli, adottata dal regista statunitense anche nei suoi film, che passa poi per i suoi film di genere e incentrati su figure femminili forti (“Jackie Brown”, “Kill Bill”, “Grindhouse”) e per il filone dedicato alla giustizia (“Bastardi senza gloria”, “Django Unchained” e “The Hateful Eight”). A “C’era una volta a… Hollywood” si accenna appena in quanto ancora in lavorazione all’epoca della realizzazione del documentario.

Parlavamo in apertura della personale cifra di Tarantino, caratterizzata in primis da una violenza talmente grottesca ed esagerata da risultare comica e dal suo amore assoluto per il cinema “come fosse cibo”, nei suoi tanti sapori più differenti tra loro, elementari o sofisticati che siano. Amore che lo porta a riprodurre scene di altri film nei suoi, in un gioco di citazioni senza fine. Un universo interconnesso, in cui i personaggi sono parenti tra loro, popolato da continui rimandi ed elementi ricorrenti come il tabacco Red Apples o la catena di fast food Big Kahuna Burger . È la natura di questa stessa cifra ad avvicinare Tarantino ad un pubblico trasversale ed eterogeneo e a renderlo, nel bene e nel male, un maestro cineasta dei nostri tempi.

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