“Run”, trama e recensione

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“Run” – Diana (Sarah Paulson) accudisce con abnegazione la figlia Chloe (Kiera Allen), costretta su una sedia a rotelle e affetta da asma, diabete e problemi al cuore. La ragazza assume un gran numero di medicinali e studia da casa, aspettando che arrivi la risposta positiva di un college pronto ad accoglierla. Un giorno Chloe decide di informarsi meglio sulle medicine che assume e man mano davanti ai suoi occhi si rivelerà una realtà molto diversa da quella che credeva di vivere.

“Run”, recensione

Assai più un thriller psicologico che un horror, questo film diretto dal giovane regista di origini indiane Aneesh Chaganty. Capace di farsi seguire con un certo interesse una svolta dopo l’altra nonostante una trama non trascendentale, riesce a non risultare prevedibile fino in fondo e vince la scommessa di far ruotare tutto attorno ai due personaggi protagonisti. Quello che sembra un normale e amorevole rapporto tra madre e figlia viene snaturato dal bisogno di Diana di dover ad ogni costo occuparsi di una figlia che non può scoprirsi indipendente. Quando Chloe lo capisce comincia il suo tentativo di fuga, reso impossibile o quasi dalle condizioni fisiche alle quali la madre l’ha costretta.

Sarah Paulson rende con grande precisione le ambiguità del suo personaggio, una volta tanto principale, risultando impassibile e inquietante al punto giusto quando arriva il momento. Sorprendentemente all’altezza anche Kiera Allen, praticamente all’esordio in un lungometraggio, che era attesa da una prova anche più complicata superata con misura e col giusto pathos. Tra l’altro realmente paralizzata e prima attrice in sedia a rotelle a recitare in un thriller da vari decenni a questa parte. Le location quasi tutte in interni accentuano il senso di claustrofobia che vive la sua Chloe, rinchiusa in una casa e anche in un corpo che non risponde ai suoi comandi.

La durata contenuta e i ritmi serrati tengono la tensione alta al punto giusto e offuscano le approssimazioni della sceneggiatura firmata dallo stesso Chaganty e da Sev Ohanian. Il mood più appropriato è agevolato dalla fotografia di Hillary Spera e dai colori dominati dal giallo e dal seppia. Ed è anche richiamato dalla citazione di “Misery non deve morire”, evidente quando scopriamo che la farmacista si chiama Kathy Bates proprio come l’attrice vincitrice del premio Oscar nel 1991. Rispetto ai suoi esordi Chaganty opta per un basso profilo, senza tentativi di innovazione, mantenendo il timone dritto verso rotte lineari.

Al momento ancora titolo più visto di sempre sulla piattaforma Hulu, “Run” è sbarcato nelle sale italiane a partire dal 10 giugno 2021.

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