Vico Equense – Una giornata densa di emozione, memoria e ispirazione quella vissuta al Social World Film Festival 2025, dove Sergio Rubini, protagonista indiscusso del cinema e teatro italiano, è stato celebrato con il Golden Spike Award per i suoi 40 anni di carriera. L’attore e regista pugliese ha regalato al festival – e a tutta la platea dell’Arena Fellini – un momento carico di umanità, riflessione e gratitudine.
Sergio Rubini al SWFF 2025: “Napoli è stato il mio faro”
«Io sono nato in Puglia e da meridionale ho sempre visto Napoli come la capitale del Regno» – ha detto Rubini, emozionando il pubblico – «Napoli è tradizione, è storia, è lingua scritta. Dove non esiste una lingua scritta, non esiste una storia. Per me, da bambino, Napoli era un faro: la guardavo con rispetto assoluto. Amavo tutto ciò che la riguardava, dalla lingua alla musica» .
Il suo legame con la tradizione partenopea si è poi intrecciato con quello musicale e teatrale: «Quando a casa mia sono arrivati i dischi di Pino Daniele, è stata un’epifania. Mi sembrava che ci avesse messo le mani Dio. Poi è arrivato il teatro, e la storia dei De Filippo. Mi ha conquistato l’idea di raccontarli non nella loro monumentalità, ma nella loro vitalità, nella loro freschezza. Una famiglia “di serie B” che ha superato il padre naturale, Scarpetta, rivoluzionando il teatro».

Sergio Rubini, una carriera costruita tra sfide e passione
Durante la masterclass al cinema Aequa, Rubini si è raccontato agli studenti del festival, partendo dai suoi sogni da musicista rock e dall’orgoglio ferito che lo ha condotto, quasi per ripiego, sulla strada della recitazione. Ma è stato suo padre, figura centrale nella sua vita e al quale ha dedicato il film La stazione, a segnare davvero la svolta.
«Era capostazione, ma avrebbe voluto fare l’artista. Io lo vedevo fragile, ma ho capito con il tempo che vivere una vita che non ami e riuscire comunque a coltivare una passione è il segno di una forza incredibile» – ha spiegato Rubini.
L’incontro con Fellini e la lezione dei difetti
Nel suo racconto non poteva mancare il ricordo di Federico Fellini, maestro incontrato agli esordi: «Mi disse che somigliavo alle mie foto. All’inizio pensai fosse una battuta, ma oggi capisco quanto fosse profonda quella frase. Viviamo in un’epoca di filtri e apparenze: somigliare alle proprie foto significa accettarsi. E nei difetti, diceva Fellini, c’è il proprio stile. Non avere difetti significa non avere stile».
La giornata in onore di Sergio Rubini si è chiusa con un gesto simbolico e potente: la sua firma impressa nell’argilla del Wall of Fame, che sarà presto fusa in bronzo e posta accanto a quelle di Giancarlo Giannini, Claudia Cardinale, Franco Nero, Matteo Garrone, Luis Bacalov e tanti altri giganti del cinema.
«Imparate a fallire!»
Dal palco dell’Arena Fellini, Serio Rubini ha salutato il pubblico con un invito sincero e profondo: «Imparate a fallire! Cercate di somigliare il più possibile alle vostre foto. Solo chi accetta i propri difetti può davvero lasciare un segno».
SWFF 15esima edizione
Il SWFF, ideato dal regista e produttore Giuseppe Alessio Nuzzo, è ormai diventato un autentico punto di riferimento nel panorama del cinema internazionale. Ogni anno il festival accende i riflettori su tematiche sociali, diritti umani, fragilità e diversità, dando voce a produzioni che spesso resterebbero ai margini dei circuiti tradizionali.
Durante i giorni del festival, la cittadina di Vico Equense, affacciata sul Golfo di Napoli, si trasforma in una vibrante capitale del cinema, un luogo dove ogni angolo – dalle piazze alle strada, dalle sale storiche al castello con vista mare – diventa palcoscenico per incontri, proiezioni, masterclass, red carpet, conferenze e laboratori.
In questo contesto unico, il Social World Film Festival si distingue per la sua capacità di coniugare cultura cinematografica e coinvolgimento popolare, riuscendo a far dialogare il cinema d’autore con le esigenze del territorio e con le nuove sfide del nostro tempo.
Edizione dopo edizione, Vico Equense si è guadagnata il titolo simbolico di “capitale della settima arte sociale”, attirando volti celebri, promesse del cinema e pubblico internazionale, in un abbraccio di emozione, passione e impegno civile.