Serie Netflix La legge di Lidia Poët, trama e recensione


Fine ‘800. Secondo la Corte d’Appello di Torino Lidia Poët (Matilda De Angelis) non può iscriversi all’Albo degli Avvocati in quanto donna. Ma lei non si arrende e con caparbietà comincia a lavorare nello studio legale del fratello Enrico (Pier Luigi Pasino) nonostante questi la vorrebbe insegnante, in attesa di tornare in tribunale per far valere le sue ragioni.

La legge di Lidia Poët, recensione

Sei episodi da cinquanta minuti o poco più per questa serie diretta dalla coppia formata da Matteo Rovere (“Il primo re”), in veste anche di produttore con la sua Groenlandia, e da Letizia Lamartire (“Il divin codino”), che ci racconta le vicende del primo avvocato donna italiano ovvero Lidia Poët. Nei panni dei protagonisti troviamo due dei giovani attori nostrani più promettenti come Matilda De Angelis ed Eduardo Scarpetta.

Rovere continua frequentare il mondo delle serie e dopo “Romulus”, in onda su Sky, utilizza la figura della vera prima donna iscritta all’Ordine italiano per poi accantonare la sua biografia e mettere in scena le sue indagini in alcuni casi di omicidio inventati di sana pianta. Di vero c’è che solo poco più di cento anni fa non era accettato che le donne si occupassero di legge in quanto ree di sminuire questo mestiere.

La De Angelis torna a lavorare con Matteo Rovere dopo il suo esordio in “Veloce come il vento” e mette in questo ruolo tutto quello che deve: vivacità, convinzione e brillantezza. Una Lidia Poët che insomma è avanti ma che ci fa anche sorridere mostrandosi ogni tanto goffa e confusionaria, velenosa e godereccia, favorendo l’empatia con lo spettatore. Tutto intorno le rema contro, persino la moglie di suo fratello interpretata da Sara Lazzaro che asseconda la mentalità chiusa dell’epoca. Ma Lidia abbassa la testa e tira dritta per la sua strada: pensa solo a studiare, aggiornarsi e a fare il suo lavoro adoperando gli strumenti più avanzati.

Altra figura centrale è quella del fratello di Teresa, Jacopo (Eduardo Scarpetta), un giornalista che invece tifa per Lidia e la spalleggia nelle sue imprese. Che sono poi anche il pretesto per trattare tematiche femminili ancora tristemente attuali. Un prodotto che tirando le somme rispetta tutti i dettami della piattaforma ma che attraverso regia e fotografia, con professionisti che si alternano, cerca di ritagliarsi un suo stile e un suo spazio peculiare. Con la giusta cura e qualità per tutti gli elementi della confezione si lascia seguire nel suo script lineare a dieci mani e mostra potenzialità per riscuotere un discreto favore di pubblico non solo alle nostre latitudini.

“La legge di Lidia Poët” è disponibile in streaming su Netflix a partire dal 15 febbraio 2023.

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