Classe 77, crescere in una città come Napoli gli ha insegnato a lottare per raggiungere ciò che desidera sempre senza perdere la minima occasione che gli si poneva dinanzi, un vero e propria icona di carpe diem. Stiamo parlando di Luca Capuano.
Lo ricordiamo tra i protagonisti della fortunata serie Centovetrine seguita da milioni di persone. Nel 2011 viene scelto tra i protagonisti della serie cult TV Le tre rose di Eva in cui si cala nei perfidi panni di Edoardo Monforte e da lí si intensificano le collaborazioni ad altri progetti artistici, come essere nel cast di Che Dio ci aiuti nei panni del dottor Limbiati oppure ne I Cesaroni 6 con il ruolo di Federico Forlani.
Sei uno degli attori più seguiti nel panorama delle fiction e delle serie tv italiane ma in quale Luca Capuano ha lasciato un pezzo del suo cuore?
“Ogni esperienza ha lasciato qualcosa dentro di me quindi dire quale in particolare non saprei. Ogni esperienza è stata formati ed è proprio il bello di questo mestiere, poter crescere anche ad 8oanni e continuare ad arricchire il proprio bagaglio”.
45esima edizione del Giffoni Film Festival dedicata a Robin Williams, cosa ha rappresentato per la vostra generazione di attori un artista di tale spessore?
“Un attore e un artista a 360gradi capace di interpretare qualsiasi ruolo. Un grande riferimento e un attore che mi piace moltissimo quindi è un qualcosa di fantastica che a Giffoni si ricordi un attore di questa portata”.
Hai iniziato con il teatro, ricordando la tua interpretazione in Miseria e Nobiltà, tornerai sul palcoscenico?
“La tv e le fiction ti macinano portando via un po’ di tempo ma adesso sto lavorando ad un progetto nuovo per il prossimo autunno e c’è l’intenzione di portare uno spettacolo a teatro”.
Un personaggio presente anche sul web grazie alla creazione del blog a suo nome dove racconta le sue avventure ma non solo da un punto di vista televisivo, descrivendo le sue attività sul set e le anteprime delle fiction, anche nei suoi viaggi e anche di cibo. In anteprima, infatti, ha dichiarato di aver stretto una collaborazione con uno chef napoletano, suo compatriota, per cimentarsi anche nel mondo della cucina.