“The Mauritanian”, trama e recensione

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“The Mauritanian” – Nel 2002 Mohamedou Ould Slahi (Tahar Rahim) viene arrestato e condotto nel campo di prigionia di Guantánamo perché ritenuto tra gli organizzatori degli attentati dell’11 settembre a New York. Senza prove, senza processo per anni subirà continui interrogatori e torture indicibili per confessare qualcosa che non ha mai fatto. Ogni tanto riceve la visita del suo avvocato Nancy Hollander (Jodie Foster) e della sua assistente Teri Duncan (Shailene Woodley), che abbracciano la sua causa convinte di poterla vincere. Nel frattempo il tenente colonnello Stuart Couch (Benedict Cumberbatch) viene nominato per l’accusa. È un fervente cattolico che ha perso un caro amico negli attentati eppure ciò che scoprirà lo costringerà prendere una decisione complicata.

“The Mauritanian”,recensione

Kevin Macdonald, premio Oscar nel 2000 per il documentario sul massacro delle Olimpiadi di Monaco nel 1972 “Un giorno a settembre”, dirige con coraggio e misura una tremenda storia vera. La sceneggiatura adatta per il grande schermo il libro di memorie di Mohamedou Ould Slahi “Guantanamo Diary”, che mette insieme i ricordi di quattordici anni di ingiusta e disumana detenzione. Come già accaduto in “The report” i protagonisti buoni tentano di far emergere gli abusi e le ingiustizie, vanno controcorrente perché è la cosa giusta da fare.

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Ne viene fuori un racconto di una condizione più che una serie di eventi particolarmente dinamica. Ciò alimenta la sensazione di claustrofobia già orchestrata dalla messa in scena, di una stasi lunga quattordici anni in cui nulla o quasi accade. Più che la vincitrice del Golden Globe come migliore attrice non protagonista Jodie Foster emerge il talento e la solida interpretazione di Tahar Rahim (che era candidato fra l’altro come migliore attore). Il suo Mo ne attraversa di ogni eppure non perde mai il suo lato sbarazzino e flemmatico, che rivela una grande forza interiore. È un improvviso pugno allo stomaco la sequenza che mostra sotto una luce stroboscopica le violente torture subite dal musulmano. Ed è di una intensità straordinaria e sobria, che punta alla sottrazione, la sua arringa in videoconferenza con uno sguardo in macchina che resta anche a film finito.

Fanno impressione le zero nomination all’Oscar che arrivano da un’America che già aveva censurato il libro di Slahi. Questo nonostante “The Mauritanian” non sia portato a denunciare in maniera graffiante né provocatoria quanto accaduto in quel di Guantanamo. Nonostante tutto resta una storia che andava raccontata e le prove brillanti di un cast di prim’ordine.

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“The Mauritanian” è arrivato finalmente nelle sale americane il 12 febbraio 2021 e presto sarà disponibile per l’Italia in streaming su Amazon Prime Video.

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