The new mutants, trama e recensione

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The new mutants – Dani Moonstar (Blu Hunt) è l’unica superstite di quello che sembra essere un tornado che si scatena nella riserva Cheyenne in cui vive. Recupera i sensi in una struttura che ospita giovani mutanti che devono imparare a controllare i propri poteri: Illyana (Anya Taylor-Joy) che non si separa mai dal suo draghetto di peluche ed è capace di teletrasportarsi, Berto (Henry Zaga) capace di prendere fuoco, Rahne (Maisie Williams, Arya ne “ll trono di spade”) che si trasforma in lupo e Sam (Charlie Heaton) capace di schizzare come un proiettile. L’ingresso di Dani nell’istituto con il suo potere a lei ancora sconosciuto turba notevolmente i ragazzi, dei quali si prende cura un’ambigua dottoressa Reyes (Alice Braga).

The new mutants, recensione

“The new mutants” rientra nella saga degli X-Men firmata Marvel pur essendo un film atipico, diverso per budget e atmosfere. Josh Boone privilegia infatti l’horror andante, lasciandosi ispirare marcatamente da Stephen King e accompagnandoci nei traumi del passato (che rappresentano i demoni veri e propri) di ragazzi  che in più devono fare i conti con il proprio potere. Tutto il film si svolge dentro l’istituto, claustrofobico e isolato da tutto e tutti grazie ai campi di forza con i quali la dottoressa Reyes rende impossibili eventuali fughe.

Una lavorazione tormentata cominciata con le riprese nel 2017, poi l’acquisto della 20th Century Fox ad opera della Disney e le riprese horror aggiuntive. E l’uscita al cinema con tante sale americane ancora chiuse causa Covid e senza presentazione alla stampa. Tutto questo rende meglio l’idea riguardo un film nato con determinate ambizioni rimaste poi sospese a mezz’aria.

Cast di buon livello guidato dalla magnetica Anya Taylor-Joy, per un lungometraggio indirizzato a far maggior presa su un pubblico molto giovane, considerato anche il visto PG-13. “The new mutants” è scevro da rimandi al franchise X-Men ma fatica a trovare una propria cifra, vanificando questo aspetto. Ci si aspettava forse qualcosa di maggiore effetto anche dalla fotografia di Peter Deming (da “Scream 2” in poi e “Mulholland Drive” di David Lynch). E quello che doveva essere il primo capitolo di una trilogia probabilmente resterà l’unico episodio, una chiusura low profile dell’universo X-Men targato 20th Century Fox.

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