The social dilemma – Tra una dichiarazione di un professionista della Silicon Valley e l’altra su cosa c’è veramente dietro social network e motori di ricerca si inserisce la fiction drammatica con protagonista Ben (Skyler Gisondo), un ragazzo che prova con scarsi risultati a non toccare il suo smartphone per una settimana. Sua sorella Isla (Sophia Hammons) è altrettanto dipendente dai social e pubblicando le sue foto on line andrà incontro ai commenti cinici e spietati dei suoi coetanei. Dietro a tutto questo c’è l’intelligenza artificiale interpretata da Vincent Kartheiser, che catalizza l’attenzione degli user gestendo ad arte feed e notifiche.
The social dilemma, recensione
“The social dilemma” è un concentrato di pensieri, opinioni, testimonianze e dicerie riguardo il funzionamento e le implicazioni di Facebook e affini che arrivano addosso allo spettatore come sassi senza soluzione di continuità per un’ora e mezza. Mostra come i social utilizzino il nostro modo di pensare contro noi stessi e spiega perché soltanto chi consuma droga viene definito “utilizzatore” allo stesso modo. Le statistiche appaiono impietose: con l’ascesa di questi strumenti sono aumentati esponenzialmente il bisogno di approvazione e conseguentemente depressioni e suicidi, nel vano inseguimento di standard irrealistici di bellezza. Come se non bastasse questo ciuccio digitale che ci mettiamo continuamente in bocca molto spesso non ci dice la verità, che risulta noiosa e non fa guadagnare soldi al pari delle fake news.
Netflix conferma ancora una volta di saper svolgere un ottimo lavoro in tema di documentari. Questo lavoro diretto da Jeff Orlowski ha il pregio principale di aver messo assieme i creatori di pezzi importanti di Google, Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest e via dicendo. Che ad un certo punto si sono resi conto della manipolazione delle persone in atto e si sono chiamati fuori.
Perfino i risultati di ricerca su Google possono allontanarci dalla verità, in quanto cambiano a seconda del paese in cui ci troviamo. Quando smanettiamo con i nostri dispositivi nemmeno pensiamo alle informazioni su di noi che stiamo fornendo, soprattutto su come funziona il nostro cervello e il nostro modo di pensare e agire. L’intelligenza artificiale non è Terminator che un giorno comparirà in mezzo noi. L’intelligenza artificiale è già qui, sotto forma di algoritmi creati in una certa maniera e ormai sfuggiti al controllo dell’uomo grazie alla loro capacità di imparare e camminare con le proprie gambe evolvendosi.
La fiction e il documentario si uniscono sul finale con le rivolte della gente in piazza aizzata da teorie complottiste e populiste. Il docu-drama prova poi a fornire una soluzione possibile a quella tecnologia che ha tirato fuori il peggio dell’umanità, ma che in quanto tecnologia è sempre modificabile dall’uomo. Il quale può potenzialmente trovare un accordo universale sulla verità e abbandonare questo modello di business così disumano. È un processo che richiederebbe tempo, ma è pur sempre realizzabile.
“The social dilemma” è disponibile su Netflix dal 9 settembre 2020.