Vivarium – Dal 14 maggio nelle sale italiane il nuovo film di Lorcan Finnegan presentato all’ultimo Festival di Cannes: un viaggio surreale che estremizza le imposizioni sociali per le giovani coppie tra thriller, horror e fantascienza.
Vivarium, trama
Quando la giovane coppia composta da Gemma (Imogen Poots) e Tom (Jese Eisenberg) decide di cercare casa entra in un’agenzia dove trova un omuncolo strano di nome Martin (Jonathan Aris). Quest’ultimo li accompagna a vedere una zona residenziale chiamata Yonder e nello specifico la villetta numero nove, uguale a tutte le altre. Mentre fanno il giro dell’abitazione Martin scompare nel nulla, i due decidono di andarsene ma non ci riusciranno: ogni strada li riporta sempre e solo al civico numero nove. Saranno quindi costretti a rimanere a vivere lì, con i viveri che gli vengono recapitati fuori la porta. Un giorno però nella solita scatola trovano un neonato e una promessa: saranno liberi dopo aver allevato il piccolo. Lo strano bambino, però, cresce molto più rapidamente del normale e mostra ben presto comportamenti inquietanti.
Recensione
A Yonder tutto è artificiale e finto, compreso il sapore delle fragole che Gemma e Tom trovano nel cestino di benvenuto. L’unico odore che sa ancora di reale è quello che si sente nella loro macchina parcheggiata fuori dalla villetta, ormai a secco di benzina. Sembrano finti anche la luna e il sole, così come le nuvole che sono tutte perfettamente a forma di nuvole. Tom inizia a scavare giorno e notte e preso dallo sconforto lascerebbe morire il bambino se la compagna non lo fermasse. Gemma mostra un certo istinto materno verso un mistero che intende risolvere, anche se tiene sempre a ribadire al bambino che non è sua madre. L’assurda situazione in cui vivono li fa allontanare, minando la stabilità della coppia pur non distruggendola. Nell’unico momento spensierato ballano in strada e si lascia andare finalmente anche il bambino che non li lascia mai soli, urla in maniera forsennata e ripete a pappagallo ciò che dicono e fanno.
Sotto la lente di ingrandimento finisce in primo luogo il percorso di vita delle giovani coppie, quasi come se fosse imposto è già segnato. Nella prospettiva di “Vivarium” ci si unisce per procreare, preparare un figlio per il mondo e poi morire. E ci si dà solo il cambio su una giostra che è la nostra vita al giorno d’oggi, come vediamo sul finale col comparire di altre coppie che vanno incontro allo stesso destino. Yonder sembra perfetta ma in realtà, come mostra una particolare metamorfosi del bambino, dietro a tutto questo ci sono delle creature misteriose. Le quali sfruttano le imposizioni sociali di cui sopra probabilmente per popolare il nostro pianeta. E nella visione di Finnegan soltanto la morte permette di raggiungere la libertà; non importa come ci si arriva, conta soltanto l’adempiere alle proprie funzioni.
Il regista irlandese firma così un thriller-horror fantascientifico con un plot davvero interessante, già mostrato in anteprima all’ultimo Festival di Cannes. Lo fa evidenziando aspetti di vita normale che diventano inquietanti, estremizzando il corso naturale della nostra esistenza e lanciando chiari messaggi. La sua opera appare riuscita grazie anche ai bravissimi Jesse Eisenberg e Imogen Pots, insieme agli inquietanti Jonathan Aris ed Eanna Hardwicke.