“Yara”, trama e recensione

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“Yara” – In quel di Brembate d Sopra, in provincia di Bergamo, il 26 novembre 2010 la tredicenne Yara Gambirasio (Chiara Bono) esce di casa per recarsi nella palestra dove si allena da ginnasta e non fa più ritorno. Esattamente tre mesi dopo viene ritrovata cadavere in un campo a Chignolo d’Isola e il pubblico ministero Letizia Ruggeri (Isabella Ragonese) fatica a individuare l’assassino, lotta contro il tempo e contro una possibile prescrizione e poi pensa addirittura di arrendersi. Fin quando arriva a Massimo Bossetti (Roberto Zibetti), grazie ad un articolata ricerca sul DNA presente sugli indumenti della ragazza.

“Yara”, recensione

Il film ricostruisce una storia giudiziaria che valeva la pena raccontare ma si limita a documentare in maniera anche troppo lineare e didascalica gli avvenimenti. La recitazione e le inquadrature di conseguenza percorrono anch’esse questa strada piuttosto asettica, pur rendendo con dovizia di particolari il fermento, la mobilitazione di un’intera nazione e le pressioni che resero ancora più complicato il compito alla Ruggeri.

Un caso particolarmente arduo per il pm, che dapprima brancolò nel buio incappando anche in qualche errore clamoroso come l’arresto in alto mare del marocchino Fikri per via di una errata traduzione dall’arabo. Poi i tamponi effettuati a tutta la popolazione del circondario per agevolare le indagini nello scovare Ignoto 1 diedero la svolta decisiva. Immagini che oggi dopo la pandemia ci appaiono tra l’altro molto più familiari.

La Ragonese regge con una prova solida gran parte dell’impalcatura e al suo personaggio, vero protagonista assoluto, sono riservate le uniche digressioni nel privato un po’ più sentite. Queste insieme ad alcune pseudosoggettive del killer Bossetti, che a tutt’oggi si dichiara innocente, rappresentano gli sporadici sfori in quello che sembra per larghi tratti un reportage. Troppo freddo, privo di quel pathos che pure era possibile generare. Inoltre stiamo parlando di una vicenda ben nota ai più, motivo per il quale c’era bisogno di un coinvolgimento e di un interesse innescati in maniera più incisiva.

Sarà un caso ma lo zampino di Mediaset fa rima con una produzione dal taglio smaccatamente televisivo e anonimo, nonostante Marco Tullio Giordana ci aveva abituato coi suoi film a qualcosa di sensibilmente diverso. Come ad esempio ne “I cento passi” e in “Pasolini, un delitto italiano”, che allo stesso modo mettevano al centro delitti di grande risonanza.

Dopo una tre giorni di proiezioni in sala dal 18 al 20 ottobre “Yara” è disponibile in streaming su Netflix a partire dal 5 novembre 2021.

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