Villa Arianna torna a splendere dopo 6 mesi


Villa Arianna torna a splendere dopo 6 mesi di chiusura forzata dallo scorso ottobre a causa del crollo dei solai, dovuto ad un’ondata di maltempo, che ha reso inagibile la struttura. All’evento inaugurale per la riapertura della splendida villa romana, che insieme a Villa San Marco compone il complesso degli Scavi di Stabia, hanno partecipato Alfonsina Russo, direttore ad interim del Parco Archeologico di Pompei, Mauro Cipolletta, direttore generale del Grande Progetto Pompei, e Francesco Muscolino, direttore degli Scavi di Stabia.

Un segnale importante della valenza che i reperti dell’antica Stabiae assumono per il Parco Archeologico di Pompei, con cui la nostra amministrazione comunale è entrata subito in sinergia, allo scopo di garantire la valorizzazione del patrimonio storico e archeologico di Castellammare e dare impulso al turismo culturale, attraverso l’ingresso di Stabiae nei circuiti di marketing territoriale che includono Pompei ed Ercolano. Villa Arianna è uno scrigno di cultura. E al suo interno sono stati trovati affreschi incantevoli, tra cui la celeberrima Flora, che rappresenta la dea della Primavera girata di spalle nell’atto di raccogliere un fiore da un cespo, allegoria di purezza.

Alcuni reperti di Villa Arianna, tra l’altro, sono attualmente esposti presso il Museo Ermitage di San Pietroburgo, ennesima testimonianza del grande interesse di cui gode Stabia nel panorama internazionale. È in dirittura d’arrivo, intanto, la firma della convenzione tra il Parco Archeologico di Pompei e il Comune di Castellammare di Stabia per la realizzazione del Museo Archeologico a Palazzo Reale a Quisisana, dove saranno custoditi ed esposti i reperti attualmente conservati all’Antiquarium, con l’obiettivo di creare un circuito virtuoso con gli Scavi di Stabia e di impreziosire la vocazione culturale del turismo a Castellammare.

L’incendio che ha devastato la cattedrale di Notre Dame, lasciando sgomento il mondo intero, ci insegna inoltre che il patrimonio storico e culturale è parte integrante delle nostre radici ma è anche estremamente fragile. È nostro dovere, dunque, preservarne la bellezza per valorizzare l’identità della nostra città. -Fonte Comune-

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