NASZA KLASA (la nostra classe) al Teatro La Giostra di Napoli


Dal 17 al 19 e dal 24 al 26 febbraio in scena al Teatro La Giostra di Napoli, lo spettacolo Nasza Klasa di Tadeusz Slobodzianek, traduzione di Alessandro Amenta, progetto e regia di Massimiliano Rossi in collaborazione con David Power.

Una storia in XIV lezioni di Tadeusz Slobodzianek, regia Massimiliano Rossi, con Angela Rosa D’Auria, Cinzia Annunziata/Margherita Romeo, Giulia De Pascale, Antonio Clemente, Marco Aspride, Massimiliano Rossi/Raffaele Ausiello, David Power, Giuseppe Fiscariello, Nello Provenzano, Peppe Villa; costumi Luca Sallustio; scenografia/luci Davide Carità (in collaborazione con Accademia belle Arti di Napoli); sound design Malu Peeters; assistente costumista Claudia Citarella; grafica/video Malive; foto Alessandro Palumbo.

Questo spettacolo è un’opera di Tadeusz Slobodzianek, drammaturgo polacco, regista, critico teatrale e studia teatro all’università di Cracovia. Le attività in ambito teatrale sono molteplici: è manager letterario, regista e drammaturgo presso i teatri di Cracovia Lodz, Varsavia, Poznan, Danzica, Kalisz e Bialystok. Nel 2010 Nasza Klasa è la prima opera teatrale a ricevere il Premio Nike per la letteratura. Attualmente Tadeusz Slobodzianek è il direttore del Teatro Drammatico di Varsavia.

A Napoli e in Italia, ci sarà la prima messa in scena dell’opera tradotta Nasza Klasa, dopo l’eccezionale successo di critica e pubblico riscosso dalle edizioni rappresentate in Inghilterra, Spagna, Polonia, Canada, Stati Uniti, Ungheria, Brasile, Giappone. Un progetto di produzione etica e con il sostegno e il patrocinio di: Fondazione Valenzi, Istituto Polacco di Roma, L’Asilo, Accademia delle Belle Arti di Napoli, Comune di Napoli.

Ambientato tra il 1925 e il 2002, la pièce racconta il tragico intrecciarsi delle vicende di dieci ragazzi compagni di scuola prima dello scoppio della seconda guerra mondiale: cinque ebrei e cinque polacchi. Mentre i ragazzi crescono il loro paese è devastato dalle invasioni armate, prima sovietiche, poi naziste. Con lo sviluppo del fervente nazionalismo crescono i conflitti: gli amici si tradiscono l’un l’altro e la violenza prende il sopravvento fino a che queste persone, ordinarie, portano a termine un’azione straordinaria e mostruosa, la cui eco risuona ancora oggi. Nella prima parte la solidarietà dell’infanzia lascia il posto alla tensione religiosa, con l’occupazione sovietica e l’arrivo dei nazisti, la comunità scopre il proprio profondo e radicato antisemitismo religioso e razziale che porta la stessa a stupri, pestaggi, torture e infine all’assembramento della popolazione ebraica in un fienile che venne cosparso di cherosene e dove tutti gli ebrei presenti furono arsi vivi.

Una menzogna durata 60 anni scoperta grazie a Jan Gross, professore di storia alla New York University e veterano del 68 polacco, il quale ha rinvenuto in un archivio di Varsavia la testimonianza dimenticata di un sopravvissuto; il risultato è stato Neighbours, edito in Italia da Mondadori con il titolo I carnefici della porta accanto, un libro che ha incendiato l’opinione pubblica polacca e ha costretto l’allora presidente Kwasniewski a chiedere pubblicamente perdono, che ha estorto un mea culpa dal Capo della Chiesa e obbligato gli storici e la popolazione della Polonia a confrontarsi con una verità agghiacciante: quella di non essere stati solo vittime, ma veri e propri criminali di guerra.

foto: fonte Antonio Clemente

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