“Napoli canta…è amore” al Teatro Augusteo per l’incontro tra Pino Mauro & Friends
Ha debuttato il 2 febbraio al Teatro Augusteo lo spettacolo che ripropone un periodo storico che spazia dagli anni del primo dopoguerra ai fasti della Piedigrotta per poi concludersi con la produzione musicale degli anni Ottanta.
Punti Chiave Articolo
Tutto questo, rivissuto attraverso uno dei protagonisti dell’epoca, quel Pino Mauro (nome d’arte di Giuseppe Mauriello) che inizia con le piazze a 16 anni e diventa, con gli anni, attore e capocomico -dando il suo contributo alla rinascita del genere teatrale della sceneggiata– e facendosi interprete, insieme a Mario Merola, del repertorio delle “canzoni di giacca”.
Come ha detto Maria Silvia Malvone:
“stasera vi stiamo restituendo una parte della cultura popolare partenopea”
ed è innegabile che molti dei brani del repertorio di Pino Mauro non siano noti solo ai fans più agguerriti, la cui presenza all’ Augusteo non ha tardato a palesarsi attraverso ovazioni a scena aperta fin dall’apertura del sipario. Gigi De Luca, nella parte del cantastorie,
ha accompagnato il pubblico in questa passeggiata tra “Ammore amaro” (duetto con Barbara Bonaiuto),
“Malufiglio” (duetto con Nello Viviani) e
“O motoscafo”, la prima -e non l’ultima- delle canzoni di cronaca che Massimo Volpe ha riarrangiato per l’occasione. Tony Cercola alle percussioni, Daniele Sepe al sax e Enzo Gragnaniello vocalist hanno impreziosito questo brano che parla di contrabbandieri, di scafi blu e di tradimenti sotto la luna del golfo di Napoli.
Mauro Gioia, Christian Vollaro e la Uanema Orchestra -con una eccellente sezione fiati- hanno saputo dare nuovo smalto a canzoni che parlano di realtà che -forse-non ci appartengono, di “uomini di conto” che vendicano l’onore bistrattato delle sorelle ma non esitano a uccidere la donna che li tradisce.
Poi arriva la meravigliosa M’Barka Ben Taleb a chiudere il primo tempo con un cavallo di battaglia, “Nun t’aggia perdere”tradotto in francese e con il refrain affidato alla voce quasi impeccabile di chi l’ha portata al successo: il guappo capace di amare.
Nel secondo tempo lo spettacolo continua a riproporre la Napoli violenta che risponde ad una Milano ancora più cruenta con gli Osanna (Milano calibro 9), con le canzoni di mala e con quelle d’amore.
La scaletta ha subìto dei rimaneggiamenti dovuti all’assenza di Lucariello, rimasto bloccato a Bruxelles; ma la presenza di Franco Ricciardi, ex neo melodico votato ora al rap, quasi non lo ho fatto rimpiangere.
Raiz, Mesolella e Marco Zurzolo hanno regalato al pubblico “O bene mio”, altro brano molto conosciuto di Pino Mauro, assai in voga nelle radio libere campane negli anni Ottanta e che fu disco di platino per numero di vendite.
Questo show è stato l’anteprima del disco dall’omonimo titolo, mentre a fine febbraio uscirà un docu-film sull’epoca in cui Mauro ha vissuto i suoi fasti; i due bis erano scontati, il pubblico ha gradito.
ph: Luigi Maffettone