Vico Equense 11° Ente pubblico a ratificare il 2° Manifesto sui diritti delle Donne e delle Ragazze con Disabilità nell’Unione Europea

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Verso l’otto marzo. Vico Equense 11° Ente pubblico a ratificare il 2° Manifesto sui diritti delle Donne e delle Ragazze con Disabilità nell’Unione Europea

 

Emilia Terracciano: “L’adesione esprime la volontà e l’impegno dell’Ente comunale di tutelare le donne”

Vico Equense – L’Amministrazione comunale, su proposta del Garante per i Diritti delle Persone con disabilità, Emilia Terracciano, ha approvato con una delibera di Giunta l’adesione al 2° Manifesto sui diritti delle Donne e delle Ragazze con Disabilità nell’Unione Europea, un documento elaborato in prima persona da donne con disabilità, delegate dai rispettivi Paesi dell’Unione Europea, ratificato a Budapest il 28-29 maggio 2011 dall’Assemblea Generale del Forum Europeo sulla Disabilità (EDF). Il Secondo Manifesto rappresenta una proposta politica complessiva sulla disabilità declinata al femminile, un atto programmatico che ha lo scopo di informare i cittadini sull’esistenza e sugli effetti delle cosiddette “discriminazioni multiple” e frutto dei numerosi richiami alle questioni di genere contenuti nella Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con disabilità. Il Manifesto evidenzia, secondo una prospettiva di genere, come le donne con disabilità siano esposte a un duplice svantaggio, di avere meno opportunità in quanto donne, e di dover far fronte alle barriere che precludono o limitano il godimento dei diritti e la partecipazione sociale – in quanto persone con disabilità. Una consapevolezza che spesso non appartiene in modo completo neppure alle stesse donne con disabilità, che imputano i loro problemi esclusivamente alla loro condizione e solo in maniera marginale all’essere donne. L’adesione al Secondo Manifesto da parte dell’Amministrazione comunale di Vico Equense è un segnale importante, perché offre la possibilità di affrontare in maniera sistematica un tema e un ventaglio di problematiche che spesso sono ignorate. Infatti, tra le 18 diverse aree tematiche considerate, quali l’uguaglianza e non discriminazione, il lavoro e l’occupazione, l’accesso alla cultura, il vivere nella comunità, figurano anche i diritti sessuali e riproduttivi, temi questi ultimi molto poco discussi. Purtroppo si deve riscontrare, ancora oggi, che l’approccio al tema dei bisogni delle persone disabili non tiene conto delle esigenze differenziate di donne e uomini con disabilità, per cui è come se la disabilità stessa coprisse tutte le altre caratteristiche, tutte le altre differenze, ad esempio quelle in termini di sessualità, di accesso alle cure mediche, di accesso ai servizi. Il Manifesto impegna ad agire per dare attuazione alle disposizioni in esso contenute, avendo a disposizione uno strumento di facile utilizzo e di grande flessibilità, da poter adattare alle specificità territoriali. “È fondamentale, – spiega Emilia Terracciano – a questo proposito, attivare dei percorsi che offrano a tutte le donne con disabilità l’opportunità di emanciparsi, attraverso la conoscenza e la consapevolezza dei propri diritti. A tal fine ricordo che la versione in lingua italiana del Secondo Manifesto è disponibile in versione facile da leggere e nella versione dei simboli della comunicazione aumentativa alternativa – CAA, circostanza imprescindibile per rendere accessibile il documento anche alle persone, in particolare alle ragazze e alle donne, rispettivamente con disabilità intellettive e con disabilità complesse e della comunicazione”.

Alla data odierna hanno aderito al Secondo Manifesto 56 Enti, pubblici e privati, inseriti nell’elenco pubblicato nell’apposita sezione tematica del Centro Informare un’h denominata “Tutto sul Secondo Manifesto europeo sui diritti delle Donne e Ragazze con Disabilità”. Qualsiasi Ente che, a qualunque titolo, si occupi di donne e/o di disabilità, è invitato a ratificare il Secondo Manifesto, a promuoverne la conoscenza, ad includere la disabilità in tutte le rivendicazioni, nei provvedimenti, nei servizi, nei progetti e in qualsiasi iniziativa riguardi le donne, in quanto non si possono programmare e realizzare interventi per le donne con disabilità senza coinvolgere le stesse nel processo decisionale. “Il prossimo 8 marzo – conclude il Garante per i Diritti delle Persone con disabilità – ci apprestiamo a celebrare la Giornata Internazionale della Donna; l’adesione al Manifesto esprime la volontà e l’impegno dell’Ente comunale di tutelare le donne, soprattutto con disabilità, poiché solo considerando simultaneamente le variabili del genere e della disabilità è possibile prevenire e contrastare la discriminazione multipla che le penalizza rispetto al resto della comunità”.
*Nell’immagine il logo europeo del Manifesto

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