Sembra quasi un destino legato ad un sottile gioco di parole. Nasce a Noepoli, un piccolo comune in provincia di Potenza e per la sua formazione artistica si trasferisce a Napoli, una città, come egli stesso definisce “in cui l’arte si respira ovunque”.
Lo abbiamo incontrato durante la terza edizione del Pompei Street Festival. Era tra i pochi artisti italiani. Lui è Vincenzo Blumetti che abbiamo disturbato per una breve intervista mentre, sotto gli occhi di tutti, in Piazza Bartolo Longo, realizzava la sua opera – un’opera dal simbolismo decisamente affascinante che lui stesso ci spiega in questo video.
L’opera realizzata su una base cromatica tipica, ovvero il rosso pompeiano che caratterizza gli affreschi rinvenuti nelle domus, si compone di una serie di elementi che raccontano la storia di Pompeii.
Un Apollo alle cui fattezze classiche si aggiunge un elemento in qualche modo inquietante – così come inquietante fu ciò che accadde nel 79 d.C. – viene connesso alla “montagna”, al vulcano, al Vesuvio, attraverso una costellazione.
Sul vulcano campeggiano due numeri. Il 7 ed il 9 che chiaramente indicano il 79, l’anno in cui la città di Pompeii rimase sepolta a seguito dell’eruzione del Vesuvio.
Apollo è color oro, una scelta niente affatto casuale – come ci spiega l’artista. Infatti, nella tavola periodica degli elementi il 79 corrisponde al numero atomico dell’oro.
“Il Pompei Street Festival è una manifestazione bellissima. Ho incontrato e conosciuto bella gente, artisti bravissimi e ho ricevuto un’accoglienza meravigliosa” – ha detto Blumetti quando gli abbiamo chiesto un parere sulla rassegna ideata da Nello Petrucci alla quale l’artista lucano ha preso parte per la prima volta.