Tra gli obiettivi del Governo, c’è anche la regolarizzazione delle assunzioni dei lavoratori domestici.Il Piano Nazionale per la lotta al lavoro sommerso 2023-2025, adottato lo scorso 19 novembre 2022, ha infatti previsto il bonus colf e badanti ovvero una misura volta ad incentivare l’assunzione regolare dei lavoratori domestici allo scopo di ridurre il lavoro sommerso in Italia.
Bonus colf e badanti 2023, cosa dice il piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso?
Nel piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso 2023/2025 è stata chiarita la necessità di semplificare le procedure che le famiglie devono seguire per l’assunzione di badanti e colf allo scopo di incentivare il lavoro regolare, così come si legge nel testo:
“azioni di semplificazione delle procedure che le famiglie sono tenute a seguire per adempiere ai propri obblighi di datori di lavoro e misure di incentivo (anche economico) per le famiglie all’utilizzo del lavoro regolare”.
La situazione in Italia è infatti allarmante, sono oltre 780.000 i lavoratori irregolari su un totale di 1,5 milioni di lavoratori domestici.
Assume quindi un’importanza prevalente porre in essere delle soluzioni per ridurre e poi eliminare, il lavoro irregolare.
Bonus colf e badanti 2023, che cos’è?
Tra le misure previste dal Piano c’è l’introduzione di un nuovo bonus, parametrato all’Isee familiare, che va a coprire il costo complessivo sostenuto per i lavoratori domestici.Si tratterebbe nello specifico, di un aiuto mensile e sarebbe rivolto alle famiglie che assumono collaboratori domestici, con regolare contratto.
Gli interventi principali saranno quindi volti alla:
- semplificazione degli obblighi a carico delle famiglie che assumono;
- incentivazione, anche economica, alle famiglie che instaurano rapporti di lavoro regolare.
Bonus colf e badanti 2023, qual è la situazione attuale?
Per adesso non si ha ancora nessuna notizia ufficiale riguardante l’attivazione del bonus colf e badanti 2023.Attualmente è infatti solo attiva la deduzione fiscale dei contributi sociali pagati ai lavoratori domestici, fino al limite previsto, la quale essendo limitata solo ai contributi sociali, copre solamente tra il 10% e il 15% dei costi totali del lavoro sostenuto.