Bonus dipendenti pubblici: aumenti in busta paga dal 2023

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Emolumemto accessorio una tantum rivolto ai dipendenti pubblici, finanziato con 1 miliardo di euro destinato a incrementare le risorse a carico del bilancio statale per la contrattazione collettiva nazionale.

Bonus dipendenti pubblici: che cos’è?

Introdotto dalla legge di Bilancio 2023, il bonus dipendenti pubblici si concretizza in un aumento in busta paga riservato ai dipendenti pubblici. Si tratta nello specifico di un apposito emolumento accessorio una tantum d’importo variabile in base alla retribuzione percepita e non più di un incremento dell’indennità di vacanza contrattuale, come invece era stato anticipato dalla prima bozza della manovra.

Tali risorse si aggiungono quindi a quelle già stanziate nella manovra 2022 per l’erogazione della così detta indennità di vacanza contrattuale ovvero un elemento aggiunto dello stipendio riconosciuto tra una scadenza contrattuale e il successivo rinnovo. La misura iniziale prevedeva una spesa di 310 milioni per l’anno in corso e di 500 milioni a partire dal 2023 “per i miglioramenti economici del personale statale in regime di diritto pubblico” con aumenti sul tabellare dello 0,3 per cento da aprile a giugno 2022 e dello 0,5 per cento dal 1° luglio.

Bonus dipendenti pubblici: di quanto aumenta lo stipendio?

Nello specifico tale emolumento verrà riconosciuto nella misura dell’1,5%. In totale saranno 3,2 milioni i dipendenti pubblici che beneficeranno dell’aumento che andrà da un minimo di circa 21 euro ed un massimo di circa 70 euro mensili per i dirigenti collocati nelle fasce retributive più alte.

Come anticipato, per la previsione di questo bonus viene stanziato 1 miliardo di euro. Tuttavia bisognerà comunque capire se queste risorse verranno o meno assorbite nelle trattative per il rinnovo di contratto. Infatti da come si legge nel testo della legge di Bilancio 2023, sembra che si tratti di una sorta di anticipazione di quanto poi verrà riconosciuto in sede di rinnovo contrattuale.

È importante comunque chiarire che in ogni caso non si tratta di un bonus anti-inflazione, ma piuttosto di un anticipo di quanto spetta ai lavoratori per il rinnovo dei contratti relativi al triennio 2022-2024.

Inoltre nel comma 3 dell’articolo 62 della legge di bilancio viene precisato che “per il personale dipendente da amministrazioni, istituzioni ed enti pubblici diversi dall’amministrazione statale”, gli oneri “sono posti a carico dei rispettivi bilanci”. In sintesi significa che l’aumento spetterà anche ai dipendenti pubblici che lavorano per comuni, regioni etc, ma in questo caso la spesa sarà a carico degli enti territoriali.

Si ricorda inoltre che, come precisato nell’articolo 62, del testo in bozza della legge di Bilancio 2023, tale aumento avrà effetti solamente sul trattamento in quiescenza, in quanto non è computabile agli effetti di:

  • indennità premio di fine servizio;
  • indennità sostitutiva di preavviso;
  • Tfr;
  • indennità in caso di morte come prevista dall’articolo 2122 del Codice civile.

Rinnovo contrattuale: perchè ci sono difficoltà nel raggiungere l’accordo?

Il problema principale riguarda la mancanza di risorse per il rinnovo del contratto 2022-2024 per il quale infatti si ha a disposizione un piccolo fondo di qualche centinaia di milione di euro stanziati dalla manovra per il 2022. Infatti, secondo il sindacato Anief (che tutela i lavoratori del comparto istruzione, università e ricerca) i soldi stanziati non sufficienti, cosi come si legge in una nota rilasciata dal sindacato stesso “Malgrado il rinnovo del contratto del periodo 2019-21, per i lavoratori statali si prospetta un 2023 ancora più avaro dell’ultimo periodo”. Nello specifico, Anief denuncia in particolare la “mancata copertura” nella manovra “dell’indennità di vacanza contrattuale da assegnare per legge nei periodi, come l’attuale, di mancato rinnovo” del contratto collettivo nazionale.

Per arrivare a un accordo che riconosca un considerevole aumento di stipendio, sarà necessario uno stanziamento di almeno 3 miliardi di euro con la prossima legge di Bilancio per il 2024, il che non sarà semplice soprattutto se la situazione economica del Paese non dovesse migliorare nel prossimo anno.

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