Quando si parla di ravvedimento operoso ci si riferisce ad una soluzione per il contribuente. Quest’ultimo potrà regolarizzare la sua posizione fiscale in caso di versamento imposte e tributi insufficiente o mancato.
Scopriamo insieme di cosa si tratta, quali sono le tipologie e a chi rivolgersi per avere un supporto prima della richiesta.
Che cosa è il ravvedimento operoso?
Il ravvedimento operoso è un istituto giuridico che è stato disciplinato dal Governo Italiano con l’art. 13 del D.Lgs. 18 dicembre 1997, n. 472. Questa è una soluzione che da la possibilità ai contribuenti di regolarizzare – in maniera spontanea – tutti i versamenti delle imposte che sono stati omessi – tardivi o non sufficienti con una sanzione notevolmente ridotta.
Tramite questo ravvedimento, come accennato, si ha una riduzione di tutte le sanzioni che sono calcolate in maniera proporzionale tra la violazione degli obblighi tributari e la presentazione della domanda. La parola stessa lo evidenzia: ravvedersi significa pagare in ritardo e a questo si dovrà aggiungere:
- una sanzione in misura ridotta che si differenzia dalla piena
- tutti gli interessi che sono calcolati in base al tasso vigente a partire dal giorno in cui si sarebbe dovuto effettuare il versamento sino a quando è stato eseguito.
Chi utilizza il ravvedimento operoso
Chi utilizza e chi può chiedere il ravvedimento operoso? Tutti i contribuenti senza alcuna distinzione. Le cose sono cambiate a seguito delle modifiche che sono state introdotte all’interno della Legge di Stabilità nel 2015, ora non si devono più rispettare dei limiti di tempo e la violazione non deve essere notificata.
Oggi i tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate non sono più in corso e il ravvedimento è inibito dalla notifica degli atti di accertamento e liquidazione.
Una volta che si è accertato poter ricorrere all’Istituto del Ravvedimento Operoso cosa bisogna fare? Rivolgersi ai professionisti del settore come i consulenti di https://www.rexpira.it/, al fine di poter analizzare tutta la situazione in essere e valutare la strada migliore da intraprendere.
Tipologie di Ravvedimento
Ci sono alcune tipologie di ravvedimento che si possono applicare, ovvero:
- Ravvedimento sprint che viene effettuato nei 14 giorni relativi alla scadenza del pagamento del tributo. La sanzione – salvo modifiche – + pari allo 0,1% da calcolare per ogni giorno di ritardo accumulato, con un massimo – appunto – di 14 giorni.
- Ravvedimento breve che si applica dal 15° sino al 30° giorno di ritardo rispetto alla scadenza pagamento tributo. La sanzione – salvo modifiche è pari allo 1,5%.
- Ravvedimento intermedio che si applica dal 31° sino al 90° giorno di ritardo rispetto alla scadenza pagamento tributo, con una sanzione dello 1,67%.
- Ravvedimento lungo che si applica a seguito del 91° giorno di ritardo rispetto alla scadenza pagamento tributo. Lo stesso dovrà essere comunque presentato entro il termine della dichiarazione dell’anno in corso. La sanzione è pari al 4,29% se si tratta di una regolarizzazione avvenuta entro il termine di presentazione. Si passa al 5% se la regolarizzazione supera i termini prestabiliti per legge arrivando al 6% nel momento in cui la violazione arriva dopo la constatazione della stessa. Ma non solo, quest’ultima si presenta anche in caso di mancata emissione delle ricevute fiscali e di tutti i documenti di trasporto (scontrini fiscali compresi).