La protesta degli agricoltori inizia anche nel casertano


La protesta degli agricoltori parte anche in Campania, con precisione sull’autostrada A1 all’altezza di Capua.Il blocco dei caselli hanno causato disagi nella circolazione in quel tratto autostradale.

I conduttori di trattori e gli agricoltori hanno protestato anche in Campania bloccando il casello dell’A1 all’altezza di Capua, creando disagi nella circolazione e una coda di circa 4 km.

Il casello è stato chiuso per circa 2 ore a partire dalle ore 08:30, di stamattina, fino a poco dopo le 10.

Protesta degli agricoltori in Campania

La protesta degli agricoltori in Campania era incominciata nella giornata di venerdì nell’area esterna all’autostrada.Nella mattina di sabato 2 Febbraio 2024, si è creato un altro presidio di scioperanti all’altezza di Santa Maria Capua Vetere.

Gli agricoltori per far attirare l’attenzione sulla crisi del comparto agricolo e l’aumento dei costi di vendita, hanno incominciato a distribuire e regalare frutta e verdura a coloro che si trovavano nelle automobili bloccate nel traffico.Un automobilista ha affermato “Fate bene a protestare, è anche per il nostro futuro.”

Gianni Fabbris, presidente dell’associazione Altragricoltura, ha annunciato che i presidi continueranno e che aumenteranno.

Gli agricoltori si stanno organizzando per situarne di nuovi in tutta la Regione.Ciò che spinge gli agricoltori a fomentare queste proteste è per far presente al governo che ci sono prodotti made in Italy, e che lo sono per davvero, che vengono scavalcati dalle grandi produzioni.

Le grandi realtà, avendo l’appoggio del governo, finiscono per dettare i prezzi di vendita dei prodotti e a svalutare le vere eccellenze del territorio.Lo stesso Fabbris afferma “Vogliamo un made in Italy in cui ci siano dentro prodotti davvero italiani e frutto del nostro duro lavoro.

Sono necessarie regole chiare e trasparenti per i controlli sulla filiera.Basta la favoletta che qui va tutto bene.

Il Governo dia risposte ma si ricordi che non è solo questione di soldi, ma di dove questi soldi vanno, anche perché i fondi comunitari dei Pac hanno finanziato la speculazione industriale. Noi non ci fermeremo, i presidi si stanno coordinando, ma non facciamo ammuina né chiediamo le dimissioni del Governo; apriamo tavoli di confronto su crisi e sulla riforma che deve fondere la ‘sovranità alimentare’ e gli interessi comuni di agricoltori e cittadini.”

Fonte: Ansa.it 

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