Castel Sant’Angelo, la penitenza prima, la beatitudine poi


Roma, ottobre 590 – Oggi il cielo è cupo e, nonostante, si sia all’aperto è difficile respirare; la sofferenza ha il suo odore; è quasi palpabile. Il Santo Padre (Gregorio Magno)  ha deciso l’ennesima processione: un atto di espiazione per tutti poiché il Signore ha punito gli uomini dal cuore macchiato dal peccato.

La folla è silenziosa, il dolore, ormai, sovrasta anche la speranza che, ancora, non ha abbandonato del tutto gli animi; è con un andare lento e affaticato che la folla prova ad attraversare il ponte della città, unica via di comunicazione a collegare i borghi di Roma con la “Casa di Pietro”: qui l’ultimo e disperato atto di fede per il perdono.

I pellegrini sono stravolti; è troppo tempo, ormai, che la pestilenza attanaglia Roma e il Santo Padre accompagna ed incrocia lo sguardo di tutti, riconoscendo ognuno come elemento indispensabile del suo umile e disperato popolo: non è semplice avere consapevolezza di poter far quasi nulla per quella immane tragedia, ma, proprio in quell’ultimo momento di più alto sconforto, scorge sulla sommità della Mole Adriana (così chiamato il mausoleo voluto dall’Imperatore, oggi Castel Sant’Angelo), l’Angelo del Signore che rinfodera la spada:”Finalmente l’ira divina è cessata!” Il popolo, così, avrà modo di riprendersi dalla lunga pestilenza ed innalzare a Dio in segno di devozione “l’Angelo” che da quel momento trionfa dagli spalti della magione,ormai, intitolata a suo nome.

Dunque, originariamente, il ponte collegava il Mausoleo di Adriano alla parte di Roma al di là del fiume; elemento vitale per la cristianità, in quanto, conduceva alla tomba di “Pietro”. Un percorso che ha oltrepassato anche anni di storia e, che ha accolto milioni di cristiani in cammino.

Qui,  nel 1450, un cedimento dei contrafforti, costò la vita a molti pellegrini precipitati nel fiume. Una volta ricostruito, vi si apposero due cappelle abbattute, poi, nel 1527 e, sostituite, nel 1535, dalle statue di San Pietro e San Paolo volute da Papa Clemente VII, Medici.

E’ il 1669 e Clemente IX affida a G.L.Bernini il compito di ricostruire la balaustra e progettare una vera e propria nuova scenografia che avesse  come fondale la mole di Castel Sant’Angelo e come palcoscenico il ponte su cui “Angeli” di marmo inducono alla preghiera a Dio, alla redenzione; dunque la penitenza prima, la beatitudine poi!

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