Detti napoletani “È trasute e sicche e s’è mis e chiatte”


Napoli è una città ricca di storia, tradizioni e, soprattutto, di una saggezza popolare che si tramanda da generazioni attraverso i suoi proverbi e modi di dire. Tra questi, spicca l’espressione “È trasute e sicche e s’è mis e chiatte” che racchiude in poche parole un’intera filosofia di vita, capace di spiegare dinamiche comportamentali con un’ironia tagliente e una chiarezza unica.

È trasute e sicche e s’è mis e chiatte, il significato dell’espressione

Letteralmente, la frase significa “È entrato magro ed asciutto e poi si è allargato”. Il detto si usa per descrivere chi si avvicina in punta di piedi, con timidezza o discrezione, per poi, pian piano, prendere confidenza e finire per approfittare della situazione. In senso figurato, è come se una persona iniziasse prendendo solo un dito per poi afferrare l’intera mano.

L’espressione ha radici profonde nella cultura napoletana, dove il linguaggio quotidiano si nutre di immagini vivide e simbolismi, spesso ispirati alla realtà sociale. Questo proverbio, infatti, si applica a molteplici contesti, da situazioni personali e familiari fino a dinamiche lavorative o sociali. La metafora del “diventare chiatto” sottolinea un’evoluzione, a volte subdola, dal modestamente umile all’eccessivamente ingombrante.

Un’ironia tutta partenopea

Dietro questa frase si cela l’ironia napoletana, uno strumento potente per leggere la realtà e affrontare le difficoltà con leggerezza. Non è raro che questa espressione venga usata in tono scherzoso, magari per punzecchiare un amico che ha preso un po’ troppo spazio o un ospite che si è sentito fin troppo a suo agio.

Ma al tempo stesso, come molti detti napoletani, può nascondere una sottile critica. “‘E trasute e sicche e s’è mis e chiatte” non è solo un’osservazione di costume, ma anche un monito a mantenere l’equilibrio nei rapporti umani e a non abusare della generosità altrui.

Questo modo di dire si presta a molteplici situazioni. Pensiamo a chi, iniziando con una piccola richiesta, finisce per pretendere sempre di più; oppure a chi, in ambito lavorativo, si inserisce in un team con discrezione per poi tentare di dominare la scena. È un’espressione che, con la sua immediatezza, dipinge perfettamente un atteggiamento comune in ogni società.

La lingua napoletana, un patrimonio culturale

L’importanza di detti come “È trasute e sicche e s’è mis e chiatte” va oltre il semplice valore linguistico. Rappresentano un patrimonio culturale che racconta l’identità di Napoli e della sua gente. Questi proverbi, con il loro humor e la loro capacità di sintesi, sono finestre aperte su un mondo in cui la parola è arte, specchio della vita e mezzo di comunicazione universale.

Così, la prossima volta che vi troverete davanti a una persona che sembra voler passare inosservata ma che finisce per monopolizzare la scena, ricordatevi di questo antico detto napoletano. Perché, in fondo, a Napoli ogni parola è una storia, e ogni storia è un pezzo dell’anima di questa città senza tempo.

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