Avete notato che nelle canzoni che appartengono al repertorio della musica classica napoletana manca la frase “Ti amo”?
Provate a pensare ad una delle canzoni napoletane più struggenti. Vi verranno in mente titoli come Voce ‘e notte, Torna a Surriento, Tarantella segreta, Reginella, Anema e core, Je te vurria vasà solo per citarne alcuni.
Si tratta di brani che raccontano tutti di grandi amori, ma nessuno di essi contiene le parole “Ti amo”. Ma allora come si dice “Ti amo” in napoletano?
Je te voglie bbene assaje
A Napoli, in realtà, per dire “Ti amo” basterebbero gli sguardi degli innamorati. Napoli è passione.
Gli occhi degli innamorati fanno rumore, parlano forte e chiaro, ma se proprio si desidera fugare ogni dubbio dalla mente della persona amata basta dire “Je te voglie bbene”. Sei poi il cuore è talmente gonfio d’amore e si vuol esprimere alla persona amata la grandezza di questo sentimento, meglio dire: “Je te voglie bbene assaje” che equivale a dire “Ti amo perdutamente!”
Anche Lucio Dalla quando nel 1986 compose Caruso, per esprimere la struggente passione dei protagonisti del suo brano (un uomo abbraccia una ragazza) usò queste parole:
Lucio Dalla: “Avrei voluto essere napoletano”
“Avrei voluto essere napoletano” – disse Dalla in un’intervista del 2011 – Io non posso fare a meno, almeno due o tre volte al giorno di sognare di essere a Napoli. Sono dodici anni che studio tre ore alla settimana il napoletano, perché se ci fosse una puntura da fare intramuscolo, con dentro il napoletano, tutto il napoletano, io me la farei, per poter parlare e ragionare come ragionano loro da millenni”.