A casa dei miei nonni, regno di tante espressioni squisitamente napoletane, quando un bambino di pochi mesi – che non sa ancora fare uso della parola – mostrava il proprio carattere attraverso grandi sorrisi, si diceva: “Pare core cuntent’a loggia”.
Un’espressione che a Napoli non si usa solo per indicare un bimbo pacioso, ma in generale chi è sempre allegro, chi della vita sa coglierne gli aspetti migliori, chi predilige la spensieratezza e talvolta per apostrofare chi, ingiustificatamente, si mostra particolarmente gioioso.
Ma perchè si dice “pare core cuntent ‘a loggia”?
Questa espressione la cui traduzione letterale è “Sembra Cuor Contento che sta alla loggia” trae origine da un personaggio vissuto alla fine dell’Ottocento. “Core cuntent a loggia”. infatti, era il soprannome di un facchino della Loggia di Genova, una porzione di territorio franco concesso dalla città di Napoli alla Repubblica Marinara di Genova – un territorio, dunque, dove i genovesi potevano autoamministrarsi svolgendo liberamente i loro commerci.
Ancora oggi a Napoli, nella toponomastica, esiste Via Loggia di Genova che si trova nel Borgo degli Orefici – quartiere Pendino del Centro Storico.
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