Il Salone Margherita, fulcro di cultura e vivacità intellettuale


Napoli, Agosto 1910 – In questi giorni, sua moglie ha deciso che deve allontanarsi da Posillipo e da Lei; ha voluto tenerlo, così, il più lontano possibile, in collina, dove l’aria non può fare altro che giovargli.

In cuor suo, però, Cifariello non è tranquillo. La gelosia, ormai, ha preso il sopravvento; ha trascorso ore, giorni, al cannocchiale per osservare ed accertarsi su ciò che accade in camera di sua moglie, la N.9 della pensione “Mascotte” di Posillipo.

Ormai certo della relazione per la quale sua moglie ha chiesto la libertà, vi si reca con una pistola; così muore Maria Francesca de Browne, in arte Blanche de Mercy, la “Sciantosa” del “Salone Margherita”.

E’ in una Napoli di fine 800, che ha superato da poco l’epidemia di colera, che i Fratelli Marino, dopo la costruzione della Galleria Umberto, vogliono fortemente un Cafè Chantant proprio come quelli di Parigi che dettano moda:”Le Moulin Rouge” oppure “Les Folies Bergeres”.

Così, al di sotto del pavimento della Galleria, prende forma uno spazio magicamente sospeso tra il brulichio diurno della galleria che si riempie di attività commerciali, di redazioni giornalistiche, e la tarda sera che, come racconta Alexandre Dumas, innamorato di Napoli, è l’ora della vita, è l’ora del cicaliccio, è l’ora dell’ amore, è l’ora in cui Toledo offre il “gran finale” del suo meraviglioso spettacolo.

Cosi sospeso e nascosto, il Salone Margherita, diviene insieme al ”Gambrinus”, al “Flora” e al “Diodato” fulcro di cultura e vivacità intellettuale, ponendo Napoli tra le più belle città durante la “Belle Epoque”

I “Manifesti” in francese promettono spettacoli meravigliosi;è la stessa Matilde Serao nei suoi articoli a proporre un “Salone” dall’ atmosfera magica, dove politici, militari e nobili squattrinati restano prede inermi di bellissime “CHANTEUSES” (Sciantose);tra queste proprio Blanche de Mercy, passata alla storia per la sua danza del ventre che inebria intellettuali e politici di alto calibro, i quali tentano di “entrare nelle sue grazie”, inondando di rose e gioielli i camerini.

Poi la leggendaria Otero che riesce ad irretire con la sua bellezza e sinuosità, da quel palco, sovrani e capi di stato;infine, non per importanza, Lina Cavalieri il cui nome è affidato alla storia.

In una sala circolare, con due ordini di logge, si sono intrattenuti Gabriele D’Annunzio, Raffaele Viviani, Ettore Petrolini, insieme alla Principessa di Pignatelli, la Contessa di La Feld ed ancora Salvatore di Giacomo e Trilussa che, insieme, inventano la “Macchietta”, mai forma teatrale più consona al “napoletano”. Inondato, così, da fiumi di “Champagne” che i suoi ospiti sorseggiano avidamente, il Salone Margherita si affaccia al Novecento.

Salone Margherita

Con il passare del tempo, i suoi fasti restano solo un ricordo lontano. Completamente decaduto negli anni ‘80 è stato recuperato negli ultimi decenni, e la magica musica che oggi pervade le sue sale riecheggiano di un magico “cicaliccio”.

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