12 maggio 1382 – Nel castello di Muro Lucano è ormai buio.Sua Maestà dorme ma qualcuno ne ha deciso la sorte; alcuni sicari sono entrati nelle sue stanze ed hanno soffocato la Regina con un cuscino di piume: Giovanna I d’Angiò, Regina di Napoli, viene così fatta uccidere dal cugino Carlo III di Durazzo che, dopo qualche tempo, ne espone la salma presso la Chiesa di Santa Chiara, affinchè il suo autoproclamarsi sovrano trovi concreta giustificazione.
Purtroppo, si sa; le anime di coloro i quali hanno avuto morte violenta sono restie ad abbandonare questi luoghi – e lo stesso accade per Sua Maestà, il cui fantasma, vaga di notte nel chiostro, poichè in vita pace non ha avuto mai, intrappolata non solo in un ruolo, ma anche tra quelle mura volute proprio da lui Re Roberto d’Angiò, suo nonno.Dunque a nessuno è concesso incontrare il suo sguardo, poichè non gli sopravvive.
E’ questa la storia da cui nasce la leggenda del Fantasma che si aggira nel Chiostro di Santa Chiara che insieme alla Chiesa, diviene un tutt’uno con l’obelisco dell’Immacolata e la Chiesa del Gesù Nuovo, andando così a definire concretamente i contorni della piazza.Dunque è d’obbligo conoscere anche “questa storia”.
E’ il 1310 e Roberto d’ Angiò insieme alla sua seconda moglie desiderano una cappella privata, affinchè vengano considerati napoletani a tutti gli effetti dal popolo; inoltre, la Regina, si occupa di dare giusta ospitalità alle Clarisse presenti in città ed ai Francescani, per cui oltre la Cappella, sorge anche una vasta area conventuale.Non la pensano così gli Aragonesi.
L’importanza di tale fabbrica viene poi ripresa dai Borbone che ad oggi vi sono ospitati con la loro cappella.L’interno si trasforma completamente dal 1739 al 1742 ,durante il badessato di Suor Ippolita Carmigliano che ne promuove il rifacimento affidandolo al Vaccaro che vi realizza due viali perpendicolari maiolicati: un vero e proprio momento “sublime” nel pieno e vorticoso caos del centro storico, dove arte, bellezza e spiritualità vanno a creare un connubio unico.
Durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, però, Napoli é la città italiana più devastata e danneggiata dalle “fortezze volanti” anglo-americane: Santa Chiara è distrutta, sventrata.Al finire della guerra una commissione di architetti della Sovrintendenza stabilisce che è impossibile ricostruire alla maniera angioina.
Roberto Pane decide di riprendere le linee gotico-provenzali e così Santa Chiara è ricoperta di cemento, cemento che negli anni del dopoguerra trova largo utilizzo in tutta la città.
Nonostante il rifacimento che la rende esteticamente lontana da ciò che è stata prima dei bombardamenti, Santa Chiara resta visibile e riconoscibilissima da ogni punto di vista, e per fortuna o per miracolo, mi si passi il termine, la sua anima: la Sua Regina vaga ancora in quei luoghi, restituita così al popolo.