Palazzo Mannajuolo, centro del teatro e del cinema napoletano 


Palazzo Mannajuolo conserva, come un segreto, l’elemento più sorprendente nel suo ventre; ecco di cosa si tratta

Napoli, 25 Dicembre 1931 – Il sipario del Teatro Kursaal si alza. Finalmente si va in scena! Dopo giorni intensi trascorsi tra prove interminabili, dubbi e tormento, è arrivato il momento: Eduardo, Titina e Peppino, dopo essersi volontariamente allontanati dalla famiglia, dalla casa e dalla compagnia teatrale di Eduardo Scarpetta (il padre), hanno deciso di intraprendere la loro strada e questa sera, grazie alla caparbietà di Eduardo, sono in scena con un atto unico, a cui l’autore tiene molto.

Il contratto prevede che lo spettacolo della compagnia de “I De Filippo”, debba introdurre, per una settimana, la proiezione del film in programma, ma è il pubblico del Kursaal, come sempre, a fare la differenza; infatti, la piccola “messa in scena” di Eduardo, insieme ai fratelli, colpisce talmente da essere preferita al programma della serata.

La nascita di Natale in Casa Cupiello

Tale embrionale atto unico diviene,così, una delle più importanti commedie del teatro italiano, poi sviluppata in tre atti: “Natale in casa Cupiello”, il racconto del giorno di Natale di una famiglia, come tante, alle prese con eventi di vita quotidiana, riletti con ironia e sarcasmo;vizi e virtù di uomini e donne in cui ognuno, da sempre, si ritrova, riletto in  quella chiave ironica, talmente cara ad Eduardo, da suscitare il più amaro dei sorrisi.

Palazzo Mannajuolo, centro del teatro e del cinema napoletano

Tutto ciò avviene al primo piano di “Palazzo Mannajuolo”, spazio che, in un primo momento doveva ospitare una sala da tè ma che, a partire dal 1925, diviene il centro del teatro e del cinema napoletano grazie alla stabile presenza di artisti importanti.

E’ nel 1910 che hanno inizio i lavori del primo esempio di “Liberty” in città, su disegno di G.Arata, fortemente voluto dal costruttore Giuseppe Mannajuolo, tale manufatto deve fare da fondale a Via dei Mille, così come Palazzo Volturno, a Piazza Carità, diviene fondale della prospettiva allungata di Via Toledo.

Il volume di Palazzo Mannajuolo è dato dall’intersezione di due corpi di fabbrica che si impongono con un prospetto a grandi vetrate su Via dei Mille, mentre, lateralmente, si affacciano su Via Filangieri e sulle Rampe Brancaccio.

Palazzo Mannajuolo conserva, come un segreto, l’elemento più sorprendente nel suo ventre; qui, vi è una maestosa e bellissima scala elicoidale, frutto di un delicatissimo e progressivo lavoro di montaggio modulato, gradino per gradino, incastrati uno ad uno delicatamente nel muro d’ambito; preziosa rampa arricchita di una splendida balaustra che, poi, va a concludersi con un cielo dipinto su l’intradosso della copertura.

Palazzo Mannajuolo

La telecamera puntata, dal basso, verso il lucernario al centro della scalinata, ipnotizza e diventa magnetica e vorticosa; nel frattempo la musica rapisce lo sguardo ed incanta la mente, cominciano a sentirsi voci, prima lontane poi sempre più vicine e nitide, sono le voci dei personaggi del film in cui il palazzo, l’appartamento al suo interno e la meravigliosa scalinata, sono essi stessi protagonisti. Qui inizia e finisce una storia avvolta dal mistero, una storia che per tutto il film resta sempre sospesa tra realtà e immaginazione, grazie al velo che F.Ozpetek cala per far sì che sia tutto più chiaro, tutto più facilmente e delicatamente percettibile (F.Ozpetek-Napoli Velata)

Palazzo Mannajuolo

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