Un ritrovamento di straordinaria importanza è emerso durante gli scavi nell’insula 10 della Regio IX di Pompei: un complesso termale privato, tra i più grandi e articolati mai rinvenuti nella città vesuviana, appartenente a una lussuosa domus. Questo insieme di ambienti termali, annesso a un grande salone per banchetti, offre una nuova prospettiva sulla vita sociale e culturale delle élite pompeiane nei decenni precedenti l’eruzione del 79 d.C.
Il complesso comprende il classico schema delle terme romane con calidarium (sala calda), tepidarium (sala tiepida), frigidarium (sala fredda) e apodyterium (spogliatoio). Lo spogliatoio, dotato di panchine, suggerisce che gli ambienti potessero ospitare fino a 30 persone contemporaneamente. Di particolare rilievo è il frigidarium, un’ampia sala fredda con un peristilio di 10×10 metri al cui centro si trova una grande vasca, un dettaglio che sottolinea la sontuosità della struttura.
La connessione tra il complesso termale e il grande triclinio, noto come il “salone nero”, rende evidente il ruolo centrale che queste aree ricoprivano nei banchetti dell’epoca. Questi eventi non erano solo momenti conviviali, ma vere e proprie occasioni pubbliche in cui il proprietario metteva in scena la propria ricchezza e il proprio status, talvolta con finalità politiche o sociali.
Un ritratto della società pompeiana
Il ritrovamento richiama le descrizioni del Satyricon di Petronio, in cui il ricco liberto Trimalcione organizza cene sontuose precedute da momenti di relax nelle terme private. Questo parallelo letterario ci aiuta a immaginare la funzione di questi ambienti nella vita quotidiana dei proprietari: una celebrazione dello stile di vita opulento e della cura del corpo, elementi chiave della cultura romana.
Le decorazioni della domus, realizzate in II e III stile pompeiano, testimoniano il prestigio e la storia della residenza. Un’area di particolare interesse è il grande oecus corinzio, circondato da almeno 12 colonne e adornato con una megalografia in corso di scavo, che include nature morte raffiguranti cacciagione e pesci, probabilmente espressioni simboliche dei banchetti che si tenevano in questi ambienti.
Una testimonianza del lusso pompeiano
Questo ritrovamento si aggiunge agli esempi di grandi complessi termali privati come quelli dei Praedia di Giulia Felice e della Casa del Labirinto. Le terme della Regio IX testimoniano il livello di sofisticazione raggiunto dalla società pompeiana, in cui la residenza privata diventava non solo luogo di vita quotidiana ma anche un palcoscenico per il potere e l’ostentazione.
Con gli scavi ancora in corso, la domus continua a rivelare segreti che promettono di arricchire ulteriormente la nostra conoscenza della Pompei preromana e del suo raffinato tessuto sociale.
(Foto in copertina dalla pagina Facebook del Parco Archeologico di Pompeii)