Sylvia Plath, il doodle di Google dedicato alla poetessa morta suicida

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Google, oggi 27 Ottobre 2019, ha omaggiato Sylvia Plath con un doodle. Ma chi era Sylvia Plath? Conosciamola meglio insieme.

Nata a Boston il 27 ottobre del 1932, la Plath fu scrittrice e poetessa. Per tutta la vita dovette fare i conti con la depressione.  Il suo era un animo complesso. Alternava stati d’animo difficili a momenti di eccessiva vitalità. Tentò diverse volte il suicidio e all’ennesimo tentativo, esso si concretizzò. Forse anche quella volta la Plath avrebbe voluto essere salvata. Una serie di elementi lo lasciano intendere (il numero di telefono del proprio medico lasciato bene in vista e la consapevolezza dell’arrivo a breve di una visita), ma quella volta l’aiuto non arrivò e la Plath fu ritrovata cadavere con la testa infilata nel forno.

“Ogni mattina, quando il sonnifero smette di fare effetto, sono in piedi verso le 5, nello studio col caffe’, e scrivo come una pazza: sono arrivata a una poesia al giorno prima di colazione. Tutte poesie da libro. Roba incredibile, come se la vita della casalinga mi avesse soffocata” scriveva Sylvia alla madre Aurelia.

220px Sylvia Plath

Sylvia Plath:”Vivo in una sorta di morte in vita…”. 

Era l’11 febbraio del 1963, la Plath aveva 31 anni. Anche quella volta era in preda alla disperazione. Preparò la colazione ai bambini per il giorno successivo (latte e pane con burro), mise i bambini a letto, scrisse “Orlo”; poi si uccise con il gas infilando la testa nel forno dopo aver sigillato bene le porte per evitare che il gas uccidesse anche i bambini.

Furono questi gli ultimi attimi di vita di Sylvia Plath. Aveva 31 anni ed era all’apice della propria creatività. Solo due libri sono stati pubblicati quando era in vita: la raccolta ‘The Colossus’ del 1960 ed il romanzo in parte autobiografico ‘La campana di vetro’, uscito un mese prima della sua morte.Le altre opere, compresi i preziosi Diari, sono uscite tutte postume.

Il suo tormentato amore per Ted Hughes

A Cambridge, al College College, la poetessa aveva conosciuto Ted Hughes, anch’egli poeta. I due si sposarono nel 1956. Dall’unione nacquero Frieda e Nicholas.  Hughes però la tradiva e i due presto si separarono. La Plath viveva in modo morboso l’amore per il suo ex marito.

“Mi manchi come l’inferno – scriveva Sylvia – non posso sopportare di stare con persone che non sono te”

“Grazie a una qualche mistica unione siamo diventati una sola carne; Sono solo malata, fisicamente malata, senza di te. Piango; poso la testa sul pavimento; soffoco, odio mangiare; odio dormire, o andare a letto… Vivo in una sorta di morte in vita…”. 

Sylvia Plath è stata la prima a ricevere il Premio Pulitzer per le sue poesie dopo la morte. Fu l’ex marito Ted Hughes a curare le edizioni dei suoi scritti postumi che le valsero il premio. Molti sospettano che Hughes abbia distrutto e censurato parecchi dei suoi scritti. Il sospetto della censura è sostenuto dal fatto che Sylvia Plath aveva con la scrittura un rapporto di totale intimità. Sylvia Plath è stata la poetessa che più di tutte ha contribuito alla poesia confessionale.

 

(Fonte foto: Wikipedia – Foto Giovanni Giovannetti/Grazia Neri – https://www.flickr.com/photos/synaes/5110600085, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=42716377

 

 

 

 

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