Quante volte ci troviamo la nostra casella mail inondata di posta indesiderata? In informatica si chiama spam, ma da dove deriva questo termine? Il termine “spam”, oggi sinonimo di comunicazioni indesiderate, affonda le sue radici in un contesto decisamente lontano dalla moderna tecnologia. In origine, “Spam” era semplicemente un marchio di carne in scatola americana prodotto a partire dal 1937, una carne in scatola fatta principalmente di spalla di maiale e prosciutto, con un mix di sale, acqua, zucchero e nitrati per la conservazione. L’obiettivo era creare un prodotto economico, gustoso e con una lunga durata che potesse essere facilmente trasportato e conservato.
Questa carne in scatola divenne particolarmente popolare durante la Seconda Guerra Mondiale. Poiché la carne fresca era difficile da reperire e trasportare sui fronti di guerra, Spam rappresentava una fonte proteica essenziale per i soldati americani. Il suo utilizzo era talmente esteso che divenne un alimento base per milioni di militari. Grazie alla sua lunga conservabilità, fu distribuito anche nelle zone devastate dalla guerra e contribuì a sfamare intere popolazioni.
“Spam” e il fenomeno del “fastidio” e la gag dei Monty Python
Nel dopoguerra, con il ritorno alla normalità, Spam continuò ad essere venduto in grandi quantità, soprattutto negli Stati Uniti, dove era percepito come una soluzione pratica e veloce per pasti familiari. Tuttavia, la costante presenza di Spam e il suo utilizzo massiccio durante gli anni di guerra cominciarono a portare alla “saturazione” del prodotto. Molte persone iniziarono a considerarlo un alimento noioso, se non addirittura indesiderato, per via della sua semplicità e della sua onnipresenza durante la guerra. In particolare, i soldati, che ne avevano fatto grande consumo in condizioni difficili, svilupparono una sorta di “rigetto” nei confronti della carne in scatola.
Questo fenomeno di “fastidio” nei confronti di Spam trovò un’eco anche nella cultura popolare. Il caso più emblematico è sicuramente lo sketch dei Monty Python, un gruppo comico britannico, che nel 1970 realizzò uno sketch in cui la parola Spam era ripetuta incessantemente in un ristorante immaginario dove veniva offerto come ingrediente in ogni piatto. Nella scena, il termine “Spam” veniva ripetuto ossessivamente da alcuni clienti, in modo così incessante da sopraffare il dialogo degli altri personaggi. Il continuo ripetersi del nome, usato in modo ridondante e invadente, colpì l’immaginario collettivo, e il concetto di “spam” come qualcosa di fastidioso e impossibile da ignorare cominciò a farsi strada.
Negli anni ’80 e ’90, con l’avvento di Internet, il termine fu adottato per descrivere i messaggi indesiderati che invadevano le caselle di posta elettronica o i gruppi di discussione. Proprio come lo Spam nel famoso sketch, queste comunicazioni indesiderate sembravano moltiplicarsi all’infinito, fino a soffocare i contenuti rilevanti.
Oggi, “spam” è diventato un termine globale per indicare e-mail, messaggi o contenuti digitali indesiderati, talvolta pericolosi, e rappresenta una delle principali minacce alla sicurezza online. Tuttavia, la sua origine risale a una gag umoristica che, sebbene leggera e innocente, ha finito per influenzare il linguaggio digitale moderno in modo profondo e duraturo.