Niente svaghi per Draghi, solo il coraggio di Toti


Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro hanno dato vita al nuovo gruppo parlamentare Coraggio Italia, recuperando deputati da Forza Italia, ex cinque stelle e naturalmente dal partito Idea-Cambiamo, creando fibrillazioni nel centro destra, che è stato costretto a rinviare il vertice previsto per le prossime elezioni comunali.

Il colpo più grosso

In questa campagna acquisti in stile calcistico il colpo più grosso sarebbe quello di strappare la ministra Carfagna da Berlusconi, che sarebbe molto arrabbiato per le fughe di alcuni deputati come Marin, Mugnai e Biancofiore che hanno raggiunto gli ex forzisti Romani e Quagliariello nel nuovo gruppo di Toti, ex giornalista, dipendente, pupillo e creatura politica dell’ex premier di Arcore.

Il segretario del PD invece sta cercando di mostrare l’identità del PD, proponendo la tassa di successione, che ha avuto però un effetto divisivo nella maggioranza, come del resto era già accaduto con l’idea del voto ai sedicenni e ancora di più con lo ius soli e la legge Zan. Ma Letta, pur marcando la diversità rispetto alle altre forze politiche, non è arrivato mai a non votare un provvedimento del consiglio dei ministri, al contrario della Lega, che si astenne sul decreto per alcune misure restrittive di contenimento della pandemia.

Letta-Draghi, nessuna rottura

In un incontro col premier Letta dunque ha ribadito la fedeltà al governo, ma anche la volontà di contribuire al cambiamento dell’Italia con la proposta di costituire una dote ai giovani, tassando i patrimoni dei soggetti più ricchi nelle procedure di successione.

Non ci sarebbero state frizioni o rotture tra Letta e Draghi, che anzi ha avuto il merito di trovare una soluzione di compromesso sul tema molto delicato dei licenziamenti dopo i pesanti attacchi di Confindustria e di parte della stessa maggioranza di governo alle parole del ministro del lavoro, il piddino Orlando.

Il forte contrasto tra Letta e Salvini è soprattutto sulle riforme che il segretario PD vorrebbe chiudere addirittura entro il 2021, soprattutto quelle che riguardano fisco, giustizia e concorrenza. Letta spera che la proposta sulla tassa di successione sopra i 5 milioni di euro possa entrare nella riforma fiscale complessiva a cui si lavora tra Mef e Palazzo Chigi.

Operazione sorpasso della Meloni

Nel centro destra Salvini deve fronteggiare l’operazione sorpasso della Meloni, che sta recuperando sempre più consensi nei sondaggi, grazie alla sua posizione di opposizione al governo e in parte anche per il lancio del libro “Io sono Giorgia”, altro pezzo di un percorso studiato da tempo per puntare alla leadership del centro destra.

Per la crescita costante di Meloni c’è il sostegno di una nuova squadra di supporto mediatico, che suppure molto inferiore di numero a quella di Salvini, è però guidata da uno specialista ex dipendente di Gianroberto Casaleggio, il trentenne Tommaso Longobardi.

Salvini nella morsa

Il responsabile mediatico sta adottando una strategia molto innovativa, basata sul lato umano della leader di Fratelli d’Italia. Il suo obiettivo è puntare su contenuti mediatici più inclusivi e moderati per sostituire uno stile del passato ritenuto da Longobardi eccessivamente radicalizzato e soprattutto poco diplomatico.

Salvini dunque è stretto tra l’ascesa della Meloni, il coraggio di Toti che punta a sorpassare il suo mentore Berlusconi e i dettati di Letta, che seppure non raccolti da Draghi cominciano ad essere apprezzati da parte dell’opinione pubblica, che in questo momento sembra essere meno attratta da una Lega forse troppo imborghesita e meno stimolante di un recente passato.

Insomma Salvini non si può concedere svaghi e deve puntare forte su Draghi come presidente della Repubblica per evitare che si arrivi alla fine della legislatura e mantenere in eventuali elezioni politiche anticipate il suo vantaggio nei sondaggi, che si sta assottigliando pericolosamente per le sue ambizioni da premier.

 

 

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