Clamoroso al Cibali. Anzi clamoroso in Qatar. L’Arabia Saudita, al quale nessuno avrebbe dato un soldo bucato, soprattutto il tracollo di Qatar e Iran, batte l’argentina di Messi e compagni, una delle favorite per il titolo.
La partita, per tutto il primo tempo, è a senso unico. Il gol su rigore al decimo minuto (primo argentino a segnare in quattro mondiali) sembra spianare la strada all’Albi celeste. A ciò si aggiungono i tre gol annullati, il dominio del possesso palla più una marea di occasioni sciupate. I telecronisti Rai che già urlano alla finale di Messi e magari contro Ronaldo.
Ma nessuno pensa ad un dettaglio. Se la difesa araba riesce sempre a mettere in fuorigioco gli attaccanti argentini, forse non sono così scarsi. E all’Arabia bastano cinque minuti per spezzare il morale a Messi e Compagni.
Al 48′ un passaggio di Al-Birakan taglia in due la distratta difesa argentina, Al Shehri si avventa sul pallone e, al primo tiro in porta, mette dentro il gol del pareggio.
L’Arabia si carica al massimo e, cinque minuti dopo, Al Dawsari si inventa il cosiddetto gol della Domenica, mettendo nell’angolino lontano il gol del sorpasso.
Gli argentini, tifosi e calciatori sono increduli. Ci mettono atri cinque minuti per riprendersi, poi caricano. Ma gli arabi lottano su ogni palla, letteralmente. Al-Owais, il portiere, para praticamente tutto. Di Maria è un fantasma, Lautaro non incide per niente. Lo stesso Messi, a parte il gol, spinge ma conclude poco.
Al 57′, dopo otto minuti di recupero (si arriverà a quindici), Al-Owais in un’uscita che definire irruenta sarebbe un complimento, scaraventa a terra un compagno lasciando al porta sguarnita. Messi conquista la palla ma, anziché concludere a rete, cerca uno slalom che consente alla difesa di recuperare.
Comincia nel peggiore dei modi l’ultimo mondiale di Messi, con lo spettro del “Perdente dell’Argentina” ancora sul collo, nonostante il trionfo in Coppa America. Sabato sera la partita contro il Messico potrebbe già essere da dentro o fuori. Altrimenti il sogno iridato diventerebbe un incubo.
Curiosità: l’Argentina non perdeva da 36 partita consecutive. In questo modo record di 37 partite consecutive dell’Italia di Mancini resta imbattutto.