“Bologna è una ricca signora che fu contadina”
Si svolgerà il 5 settembre in Via Marzabotto dalle ore 18.00 il singolare incontro -e non è il primo- tra villanelle, tarantelle e tammurriate della tradizione campana e la città di Bologna.
I Carusi Biofolk (Massimo Caruso, Bartolomeo Liguori e Luca Sorvillo) saranno presenti al Mercato Contadino di Campi Aperti, in uno dei sei siti cittadini che l’associazione ha organizzato con l’intento di promuovere e difendere il territorio, la sua sovranità alimentare, la cultura bio.
Abbiamo chiesto a Massimo Caruso:
Che ci fanno tammorre e tarantelle a Bologna?
Da molti anni a Bologna -grazie soprattutto a Tarantarte, scuola di balli del sud fondata da Eugenio Bennato- e in tutto il nord musica, ballo e cultura del sud hanno un buon seguito, soprattutto da quando si è realizzato il rilancio da una quindicina di anni in qua della Pizzica in Salento.
Perchè, secondo te, tanto interesse da parte dei giovani verso la cultura e le danze popolari?
Credo perchè la musica popolare nasce come rito legato alla terra, alla semina e raccolto; all’esorcismo, alla guarigione e al corteggiamento, cose di cui oggi abbiamo un tremendo bisogno. Inoltre, la fine della discografia sta facendo avvicinare molti giovani alle musiche e danze nate prima dell’industria musicale, soprattutto se pensi che durante gli anni Ottanta il mercato ha cercato di fare tabula rasa di questo patrimonio.
Come mai la scelta della location di Via Marzabotto?
Perchè il nostro intento, qui come altrove, è festeggiare, sostenere e promuovere l’agricoltura biologica e i piccoli produttori locali.
Un mercato pomeridiano che si svolge di lunedì, musica folklore e prodotti bio e l’invito, da parte dei Carusi Biofolk a non dimenticare “i piedi danzanti” per un pomeriggio all’ombra dei portici di Bologna.